RACCONTI
Stefano Lodi
Incidente
Oggi guidavo e come il codice della strada raccomanda guardavo ben diritto davanti a me.
Situazione perfettamente sotto controllo velocità moderata distanza di sicurezza rispettatissima un vero autista modello.
Con indosso persino un bel vestito ed un sorriso smagliante che voglio uscir bene se mi fanno la foto.
Chilometri e chilometri attento a tutto e concentratissimo sul brevissimo futuro ovvero ciò che i miei occhi le mie retine i mie nervi vedono davanti a loro e trasmettono al mio cervello iperfocalizzato sul difficile compito di condurre l'autoveicolo.
Poi, d'improvviso,
Ma no, ma quale incidente, ma quale ruota scoppiata!
I miei occhi anzichè scrutare l'intero campo visivo si fissano su un punto a non più di dieci metri davanti al muso dell'auto.
E' il punto in cui l'asfalto smette di essere monotona ed infinita e grigia lingua e diventa colorati puntini variopinti che sfrecciano a velocità assai sostenute.
Il punto in cui ogni granello d'asfalto diventa singolo si distingue dall'altro e viene risucchiato dal gigantesco e potentissimo aspirapolvere posizionato nel cofano dell'auto al posto del motore.
Si rincorrono tra loro i granuli e compongono figure di fuoco e ghiaccio che vengono famelicamente ingoiate dalla mostruosa ed abnorme bocca e subito cacate fuori dal culo a riformare una disgustosa ed incandescente lingua grigiomarrone (chissà perchè la cacca deve sempre assumere tonalità tendenti al marrone, anche nelle visioni).
Granelli danzanti come moscerini sincronizzati nell'estivo cielo di pianura accaldata.
Ho giusto il tempo di sorridere di questa immagine.
Just il tempo di sollevare nuovamente lo sguardo e vedere e immaginare granelli di vetro, ferro, titanio nichel amalgamarsi con l'asfalto.
Sentire la lingua ruvida e grigiastra leccare le mie ferite profonde, profondissime ed infette di granelli dipinti di nero e di sangue e di asfalto.
Situazione perfettamente sotto controllo velocità moderata distanza di sicurezza rispettatissima un vero autista modello.
Con indosso persino un bel vestito ed un sorriso smagliante che voglio uscir bene se mi fanno la foto.
Chilometri e chilometri attento a tutto e concentratissimo sul brevissimo futuro ovvero ciò che i miei occhi le mie retine i mie nervi vedono davanti a loro e trasmettono al mio cervello iperfocalizzato sul difficile compito di condurre l'autoveicolo.
Poi, d'improvviso,
Ma no, ma quale incidente, ma quale ruota scoppiata!
I miei occhi anzichè scrutare l'intero campo visivo si fissano su un punto a non più di dieci metri davanti al muso dell'auto.
E' il punto in cui l'asfalto smette di essere monotona ed infinita e grigia lingua e diventa colorati puntini variopinti che sfrecciano a velocità assai sostenute.
Il punto in cui ogni granello d'asfalto diventa singolo si distingue dall'altro e viene risucchiato dal gigantesco e potentissimo aspirapolvere posizionato nel cofano dell'auto al posto del motore.
Si rincorrono tra loro i granuli e compongono figure di fuoco e ghiaccio che vengono famelicamente ingoiate dalla mostruosa ed abnorme bocca e subito cacate fuori dal culo a riformare una disgustosa ed incandescente lingua grigiomarrone (chissà perchè la cacca deve sempre assumere tonalità tendenti al marrone, anche nelle visioni).
Granelli danzanti come moscerini sincronizzati nell'estivo cielo di pianura accaldata.
Ho giusto il tempo di sorridere di questa immagine.
Just il tempo di sollevare nuovamente lo sguardo e vedere e immaginare granelli di vetro, ferro, titanio nichel amalgamarsi con l'asfalto.
Sentire la lingua ruvida e grigiastra leccare le mie ferite profonde, profondissime ed infette di granelli dipinti di nero e di sangue e di asfalto.
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