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Il Paradiso degli Orchi
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RACCONTI

Pee Dee

Underdogs n.13

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A voi che siete sintonizzati, buongiorno da PeeDee. A voi che rimuginate affranti immersi nel logorio, a voi yuppies managers che non siete schiattati in tempo e a coloro che insomma non mi piacciono, faccio lo stesso ascoltare qualcosa di buono del grande Iggy. Agli indiani metropolitani, alle nazioni punk, ai neo hippies and beatniks della diaspora, ai vikinghi locavores, alle radicalità sociali pacifiche e libertarie, alle espressioni del mare, del vero e del profondo, dedico la voce di velluto di Nico. Il suono molecolare di addio alla stronzaggine dovrebbe pervadervi; non fatemi sputare chè non è costume decente, non fatemi ricorrere ai pasticci retorici che sono come le banane acerbe, come certi ricordi in bianco e nero da boom economico, non spingetemi all'oltranzismo, eliminate le porte e le catapecchie sentimentali, bloccate gli ossequiosi omaggi dei maggiordomi. Fatemi largo, aprite la mente! Idiozia illetterata, affezioni da mantrismo e afasia si possono guarire con lo studio. E' inaccettabile la mancanza di composizione tra realizzazione personale e aspirazione sociale. Una dimensione esistenziale riconosciuta, ma priva di gioia, passa sì attraverso il godimento istantaneo dello status, ma si rivela per quel che è: mera convenzione, rispondente ai requisiti della spendibilità. Il processo di assimilazione di un modello, l'acquisizione e il biascicamento dei contenuti è pura finzione, una forma dolorosa e cinica di integrazione, che obbliga alla ripetizione venendo meno a una salutare interruzione del teatrino delle caricature, che in quanto tali non sanno e non devono pronunciarsi in maniera veramente controcorrente. Non se ne può più di governativi al posto di un autogoverno o di governanti sinceri e anche di narrativi e narranti al posto dei narratori. La globalizzazione insidia in quanto inglobamento; persino i saperi diventano asfittici e asfissianti perchè sottoposti a competenze di esercenti del burocraticismo: groups, think-tanks, teams, task-forces e via di seguito fino al nulla, frammentato in individui orrendi, impettiti, vestiti da imbecilli di qualità e con un prezzo imposto che paghiamo caro. Ci fossero almeno tra gli scrittori e i giornalisti, delle simpatiche canaglie della conversazione! Vedo solo servi... Vi regalo Ya-Ya per qualche minuto di relax. Ma rieccomi a tornare sulle cose. Sul capitalismo e sui giganteschi fantozziani della rivalsa e del perdonismo papista. Il complesso della vendetta va ad annidarsi tra le spericolate simulazioni dell'essere e del divenire degli adoratori del profitto. Di ciò ne risentono i generi e gli stili letterari dall'idioma regionalistico e incerto, dall'erotismo puzzone, pettegolo, per sentito dire, cioè in assenza di carne, di corpi. I pennivendoli arricchiti della provincia si ancorano con tenerezza al concetto di elite, di separazione dagli altri; fanno beneficenza pur di non relazionarsi all'umano e restare nel campo apparentemente della cultura. In realtà non trattano gli oggetti di un ambito, aderiscono tout court alla crudeltà: con ogni mezzo, ad ogni modo, sono dediti all'espropriazione e all'odio, nel migliore dei casi, all'invidia delle abilità altrui. I tentativi poi, di evocare il genio, si manifestano come eccelso populismo. Emulare però, eguagliare, superare dunque e rifondare registri, linguaggi e costrutti non sono frutti del colorismo di facciata. La semplicità, la divulgazione, la riflessione che riformula arricchita dalle idee, donano nuove lingue, stimoli e percezioni, nuovi mondi. L'improvvisazione dei cafoni e dei decenti untorelli delle Lettere, 'sto zoccolarium incallito della vendita che fa misurare il successo e la fama, sono, a dir poco, raccapriccianti. Anch'io ho successo, sono gratificata da quel che conduco e faccio, soddisfatta di riconoscermi nelle parole che pronuncio, nelle persone che frequento, nelle attività che svolgo, nell'affetto e nell'amicizia che mi giungono, ma per me il distinguersi dalla feccia residua di un'economia deprivante, è una pratica di vita, di felicità e non mi mischio con i recitanti, i vettori attoriali, i replicanti di una decadenza parassitaria e ignobile che s'incunea in ogni settore. Ho simpatia per gli assembramenti spontanei e amicali, per le occasioni musicali, per i raduni di poetesse scalze e ribelli, per gli adolescenti che rifiutano in blocco il bullismo dell'establishment, per gli spaesati, gli apolidi e i cosmopoliti, per i baratti occasionali, per il libero amore (che amore sarebbe se non fosse libero?), per l'immaginazione, per la nudità che si staglia luminosa di fronte allo squallido svestitismo di starlette pulciose e insignificanti, infine, adoro ballare. Another way to say Life! Abbasso la bruttezza, viva la naturalezza, sorella gentile dell'educazione che non conosce personaggi sdolcinati e smorfiosi di secondo piano, leccaculi e leccaculisti! Metto in moto e me ne vo. Vi lascio in tasca un sorriso, un motto creativo: non di sola plastica nutrirsi chè siamo il cibo che ingeriamo! Non fatevi stracciare i nervi dallo stress per portare a casa quattro soldi dimenticando il pane! Fermatevi a far la zuppetta mentre il merlo canta e la cornacchia spolpa, i piccioni cacano e la mosca -che schifo!- ronza sul piatto, ma che bello! E non galvanizzatevi per le vacanze e le partenze, non siete viaggiatori! Non inquinate il pianeta, deficienti!! Chi si abitua a tutto, puzza di merda: pone ostacoli allo sviluppo intellettuale, al progresso spirituale (eh, non ve l'aspettavate da me, cialtro-catto-papisti?), alla scienza, persino! Arieggiate! Mi avete fatto sudare e ora puzzo di comizio. Colpa vostra! Adesso ascoltate la delicatezza e la disperazione di uno dei teenagers per antonomasia: Kurt Cobain e ragionate, in quanto l'ostinazione è la prima barriera da rimuovere. Odor di assassinio e di narcotici. Più in là sul suolo che calpesto, aroma della strada che porta al mare e agli orizzonti. Bye PeeD.



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