Racconti
Wittgenstein 3.032
Ieri ho affittato, per la prima volta nella mia vita, una stanza. Da ieri vivo in questa stanza in affitto a due passi dalla metropolitana, divido il bagno e la cucina con due ragazze. La mia stanza, ad eccezione del trittico scrivania-armadio-letto, è vuota. Non ho neppure una sedia, quella che ho trovato ha il piano sfondato e le ragazze sono state categoriche riguardo alle sedie della cucina. Poco male, domani andrò nella mia vecchia abitazione a prendere la mia sedia personale: ne ho una in tela, tipo regista. Ci sarei andato oggi. Avevo deciso di iniziare oggi i lavori di ammodernamento, ma c'è stato un lutto nel palazzo.
Oltre l'invisibile
...incontrai di nuovo Alessandro dopo secoli. Il famoso caso, che ad un certo punto della vita decide lui di venirti a fare visita e non si azzarda nemmeno a bussare. Educazione zero! E come vuole ogni tradizione che si rispetti, questo genere di incontri avviene solitamente per strada, mentre la tua testa è altrove, e nemmeno troppo predisposta a perdere tempo perchè la fretta è assolutamente intrinseca con il fatto che tu sia in giro e non a casa a farti un bagno caldo o a leggere un libro.
Favelas e California
Nacque in una favela da ragazzi portoricani e si trasferì a San Francisco intorno ai 17 anni. Si lavava poco benchè sfoggiasse un bel colore di cannella grazie al sole dorato che migliorava l'appeal del giovane punkabbestia. L'acqua di mare era sufficiente per un lavacro settimanale. Gli abiti, sempre quelli. Man mano che si usuravano bastava aggiungere qualche straccio rubato dai cassonetti dell'esercito della salvezza. Eh sì, quei becchini e le donnette con scarpazze allacciate da suora e cappelli scrafagnati da suocera sopravvivono!! Romualdo Cagliostro a vent'anni conosceva tutti i trucchi per vivacchiare
Underdogs n.13
A voi che siete sintonizzati, buongiorno da PeeDee. A voi che rimuginate affranti immersi nel logorio, a voi yuppies managers che non siete schiattati in tempo e a coloro che insomma non mi piacciono, faccio lo stesso ascoltare qualcosa di buono del grande Iggy. Agli indiani metropolitani, alle nazioni punk, ai neo hippies and beatniks della diaspora, ai vikinghi locavores, alle radicalità sociali pacifiche e libertarie, alle espressioni del mare, del vero e del profondo, dedico la voce di velluto di Nico.
La prima del mimo
Gli ebrei dicono che "Tre cose arrivano all'improvviso: il Messia, un oggetto trovato, e uno scorpione."
Io dovetti accontentarmi di una telefonata.
"Ciao Billy..."
"Mimo..."
"Sto cercando di mettere su un laboratorio in un cortile."
"E ?"
"Beh, perché non vieni a darmi una mano? Male che vada ho una bottiglia di Jack Daniels."
Chemin de fer
Dalla finestra semiaperta entrava la primavera di Argenteuil. Era una primavera di baci, di papaveri allegri, prati fioriti e margherite delicate, che esalavano tutt'intorno il profumo dell'estasi e della felicità.
Non ricordo bene il nome di quel luogo, benché il borgo che ho citato sembrasse presente nella brezza mattutina.
Oltre le tende vermiglie, nella stanza adorna di quadri variopinti, c'era il letto a baldacchino,
Pupazzi
Sabato Notte.
Asino frutto della selezione naturale.
Dopo Bob, accecato da un lavaggio in lavatrice, e dopo Marl, sfigurato dagli acari.
La raccolta
Aveva iniziato da poco a raccogliere tutti i frammenti sparsi sul pavimento increspato dei colori del giorno.
Ogni piccolo coccio, pezzo, sapeva di un attimo durante il quale il respiro resta sospeso a metà tra gli occhi sgranati e il corpo proteso in avanti.
Ogni piccolo coccio, pezzo era di un'importanza necessaria per ricostruire.
Cercava sotto ogni angolo possibile e trovava schegge che si infilavano dispettose sotto le unghie,
Cani e umani
Il cane, un fiero pastore tedesco, mi guarda e di colpo cambia espressione, aguzza lo sguardo, socchiude gli occhi, tira il guinzaglio nella mia direzione, ringhia, piano, indeciso sulla decisione da prendere. Il padrone lo tira di più verso la sua gamba, accorcia la catena di alcuni anelli, gli intima qualcosa di incomprensibile (in tedesco forse?) e passa oltre. Il cane si gira a guardarmi e nel fare questo quasi si strozza: ce l'ha con me, punto.
L'arco e la freccia (novembre 1936 – settembre 1938)
L'odore del mare gli entrava salato nel naso. Ma forse era solo un'impressione. Un'allucinazione dovuta alla fatica. Ormai Florindo ce l'aveva quasi fatta. Ancora pochi metri, forse dieci, forse ancora meno: era alla fine. Tra poco, dopo qualche poderosa pedalata, sarebbe riuscito a passare il traguardo: quel fragile nastro da distruggere col corpo, il panno bianco su cui erano scritti il nome della gara e una parola francese (che probabilmente significava "arrivo") legato tra due alti pali, sopra la testa della folla che era diventata sempre più numerosa man mano che si avvicinava alla fine della corsa.
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