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Il Paradiso degli Orchi
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RACCONTI

Tiziano Rondone

Basta con questi cazzo di esordienti!

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La libreria profumava di sandalo. Fuori il traffico stava impazzendo: un uomo, aprendo la portiera della macchina si era avventato contro un vigile piazzandogli il dito indice tremolante sotto il naso. La differenza di altezza tra i due era rilevante. L'automobilista arrivava a mala pena al metro e settanta, centimetro più, centimetro meno; il vigile lo sovrastava di un palmo e con l'aggiunta dell'elmetto bianco, appena poggiato sul cranio, sembrava un giocatore di basket.

- La presentazione sarà a momenti – disse una signorina leccata di nuovo, con un tailleurino grigio dal taglio rigoroso, toccando leggermente la spalla dello spettatore della zuffa in strada.

L'uomo si voltò sorridendo.

- Lei lo sa chi ha inventato il tailleur?

- Mi scusi?

- Sì sì, chiedevo se sa chi ha inventato il tailleur. Lei ne indossa uno elegante e sobrio.

- No, non lo so.

- Tale John Redfern, grande sarto inglese, che lo realizzò nel 1885.

- Buono a sapersi. Mi raccomando la presentazione sta per avere inizio.

- Ma lo si può martellare?

- Martellare? Ma martellare chi?

- L'esordiente. Lo scrittore.

- Non sarà solo. Avrà accanto il famoso critico Cortellacci.

- Allora martelliamo pure lui.

La signorina leccata di nuovo sorrise volgendo le spalle all'uomo.



La sala era già piena; sul palchetto rialzato erano presenti un giovane dall'aspetto casual, discretamente affascinante, con le braccia conserte ed il critico letterario Cortellacci, con indosso un maglione colorato, un Missoni probabilmente ,che a mala pena riusciva a nascondere l'addome strabordante al di sopra di una cinta di cuoio male assortita col resto.

Si fece silenzio non appena quest'ultimo accennò un raschio di gola al microfono:

- Siamo qui riuniti stasera...

- Permesso, mi scusi, mi perdoni, abbia la compiacenza prima di andare avanti...

L'uomo che aveva assistito alla zuffa in strada si avvicinò al tavolato rialzato.

- Mi scusi sa...

- Ma prego – disse il critico Cortellacci accennando un sorriso di circostanza.

- Volevo solo sapere se il giovane che le è accanto è davvero l'esordiente Compiglio.

- Ma certo, siamo qui apposta per presentare la sua opera prima.

- Già, la sua opera prima.

L'uomo trasse da un borsone da viaggio che portava con sé un martello da falegname. Lo piazzò davanti agli occhi, lo rigirò un paio di volte, poi con un fendente improvviso lo scaricò sul cranio dell'esordiente Compiglio aprendoglielo come un uovo.

- Oh mio dio! – Esclamò il critico Cortellacci spostando la sedia e tentando di alzarsi. – Ma cosa ha fatto!

- Sono il mitico Thor, figlio di Odino, l'imperatore di Asgard e ne ho anche per lei.

Prima che potesse fuggire, il critico Cortellacci fu raggiunto da un colpo alla testa netto e preciso. Cadendo scivolò sul sangue precedentemente versato dall'esordiente Compiglio.

L'uomo ripose il martello nel borsone, ma prima di andar via poggiò sul tavolo del palchetto, vicino al microfono, un manoscritto già pronto da venti anni, il cui titolo con caratteri corpo 22 era: L'espressione contrita di Silvio D'Arzo, romanzo mai editato di Rydell C. Faroon.





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