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Il Paradiso degli Orchi
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RACCONTI

Fiorella Malchiodi Albedi

Ad essere infelici sono buoni tutti.

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Giorgio e Laura si sono presi un giorno di vacanza per festeggiare l’inizio della primavera. Naturalmente l’idea è stata di Laura, che ha spesso queste iniziative, come definirle, si chiede Giorgio, di ingenuo e ostinato ottimismo? Sua moglie è fatta così, sono quasi vent’anni che la conosce e ogni volta rimane stupefatto dalla sua capacità di assaporare la vita, di creare piccole occasioni di felicità nella noia della vita quotidiana. Abilità di cui lui è totalmente privo. Si è ormai convinto che se per l’infelicità non serve una predisposizione particolare, può aspettare chiunque a ogni svolta della vita, apri un giorno una porta, rispondi al telefono, attraversi una strada, e un baratro imprevisto ti si apre davanti, per la felicità no, per la felicità è richiesto un talento speciale. Devi avere la capacità di provarla, altrimenti tutto è inutile, la fortuna, gli amori, gli affetti, tutto sprecato. Magari è un’attitudine innata, o è possibile apprenderla, Giorgio non l’ha ancora capito, ma sa bene che a lui questa facoltà è estranea. Ha vissuto questi trent’anni spiando sua moglie, sperando con il tempo di assorbire questo dono, ma non c’è riuscito, e ormai ha rinunciato; ha imparato a vivere la felicità di Laura di riflesso, scaldandosi al calore che la anima, e in fondo è meglio di niente. Così ora sono seduti su una panchina, nel parco, in una delle prime giornate tiepide dell’anno e una coppia si siede di fronte a loro. Laura ama molto osservare le persone che non conosce e fantasticare su di loro.
            - Guarda, - dice a Giorgio. - Non ti sembra una coppia insolita?
            - Perché?
            - Avranno la nostra età, come mai non sono al lavoro?
            - Forse hanno deciso anche loro di festeggiare la primavera.
            Laura lo guarda dubbiosa e Giorgio annuisce.
            - Già, poco probabile.
            - E guarda come si tengono per mano, avranno intorno ai cinquant’anni, anche questo è inconsueto.
            Giorgio osserva meglio, e deve convenire con sua moglie che non capita spesso di vedere una coppia di quell’età che si tenga per mano, magari camminano a braccetto, oppure con un braccio sulle spalle, ma difficilmente mano nella mano.
            - Guarda, lui le ha sfiorato i capelli con le labbra, e si è subito ritratto, c’è poca intimità tra di loro, deve essere una coppia che si è formata di recente, molto singolare!
            - Perché mai singolare?
            Laura prende un’aria severa.
            - Gli uomini della tua età non si innamorano delle coetanee.
            Giorgio vorrebbe lanciarsi in una difesa della categoria, ma rinuncia, sa che sua moglie ha ragione. Intanto l’immaginazione di Laura sta lavorando.
            - Ora ti racconto la loro storia. Li chiameremo… Silvia ed Eugenio. Allora, vediamo…
            Raccoglie un momento le idee, e poi comincia
            - Dunque... Sì, sono stati compagni di scuola. Silvia è stata una ragazza molto attiva, sempre impegnata nelle lotte studentesche, con una vita sentimentale turbolenta. Eugenio è stato il suo miglior amico. Un’amicizia strettissima, ma nulla di più, anche se Eugenio si è innamorato di lei fin dal loro primo incontro, sui banchi del quarto ginnasio. Lei non se n’è mai accorta, o ha fatto finta di non accorgersene. E lui non ha mai avuto il coraggio di parlarle.
            - Uhm, un amore sfortunato, originale! - osserva Giorgio, un po’ sarcastico.
            - Taci, e lasciami continuare! - risponde Laura. - Ormai siamo alla fine del terzo liceo, hanno finito gli esami, e naturalmente sono stati entrambi promossi.
            - Perché naturalmente?
            - Beh, me li immagino studiosi, mi sembra abbiano uno sguardo intelligente, non ti pare?
            Giorgio controlla l’espressione dei vicini di panchina, ma non saprebbe sbilanciarsi.
            Laura riprende il racconto.
            - Eugenio ha deciso che non può aspettare oltre. Ogni giorno, mentre studiavano, ha cercato il coraggio di parlarle, senza trovarlo, ma ora non c’è più tempo, all’università sceglieranno facoltà diverse, rischia di perderla per sempre. Così va a casa di lei, deciso a confessare il suo amore. Ha ripetuto cento volte il discorso che si è preparato, è deciso ad aprirle il suo animo, ed è fiducioso, e pieno di aspettativa, e non immagina cosa l’aspetta. Aperta la porta, Silvia lo investe con una notizia imprevista: tra una settimana partirà per gli Stati Uniti. Lo zio che vive in America le ha offerto di ospitarla e lei ha deciso di provare a entrare in un college in California.
            - Uno zio in America? Beh, una bella fortuna! - commenta Giorgio con un’aria scettica.
            - Perché, anche tu hai degli zii in America!
            - Già, ma non mi hanno mai proposto di ospitarmi per frequentare l’università!
            - Pignolo! Invece lo zio di Silvia è molto generoso ed è ben contento di ospitare la sua intelligente nipote!
            - Già, dimenticavo che è molto intelligente!
            Ma Laura è abituata ai tentativi del marito di sviarla, e non si lascia distrarre.
            - Appunto! Quindi, Silvia dice a Eugenio che deve partire subito, perché dovrà iscriversi a un corso d’inglese intensivo, se vuole avere delle chance di superare l’esame d’ingresso al corso di laurea, certo sarà utile frequentare gli amici dello zio, per fare conversazione, dovrà andare al cinema, leggere libri. Continua a raccontare, eccitata, i suoi progetti, ormai già catapultata nella vita che sarà, ma Eugenio non la ascolta più. Quel “Parto per gli Stati Uniti” continua a riecheggiare nella sua testa. “Ma non dici niente, non sei contento per me?” “Ma certo, felicissimo, come potrei non esserlo?” le mente, con la morte nel cuore.
            - E non le dice che la ama?
            - Certo che no, che senso avrebbe, il suo amore ovviamente non è ricambiato: lei sta per partire, chissà per quanto tempo, e non ha avuto un attimo di esitazione a lasciarlo! É chiaro che a lui non ha neanche pensato!
            - Eh già, è vero. Comincio ad avere un po’ di simpatia per questo povero Eugenio!
            Laura riprende il racconto.
            - Così la loro storia si interrompe. Silvia parte, comincia a scrivergli, Eugenio risponde una volta, poi un’altra e poi smette. La loro vita prosegue su binari ormai irrimediabilmente separati. Silvia riesce a laurearsi in California, trova lavoro, si sposa, Eugenio ne perde le tracce. Anche per lui la vita continua, amori, successi, delusioni, un misto come per tutti, ma il ricordo di Silvia è sempre lì, indelebile, gli amori infelici sono i più longevi. Tutte le sue donne hanno dovuto confrontarsi con questo ideale mai raggiunto, e quindi invincibile, ed hanno tutte perso, come è naturale. Poi, l’altro ieri, il colpo di scena.
            - Ah, aspettavo il colpo di scena! - dice Giorgio sorridendo. - Vediamo cosa ti inventi.
            - Una cena tra ex compagni di scuola, quale migliore occasione?
            - No, banale, potevi trovare di meglio!
            - Beh, mi sa che ti devi accontentare: una cena tra gli ex alunni della sezione C. É li che Eugenio si trova di fronte Silvia, inaspettatamente. Lei non è molto cambiata.
            - Invece si meritava di essere diventata grassa, e magari anche alcolista!
            Laura sorride.
            - No, invece è sempre la stessa e per tutta la serata la sua risata squillante, che Giorgio aveva dimenticato, lo ha inebriato.
            “Ma non eri sposata?”
            “Storia vecchia, sono divorziata ormai da tempo. E tu?”
            “Sono solo anch’io”. Hanno continuato a parlare e parlare, gli occhi di Giorgio sono stati fissi su di lei e per la prima volta lei non è sfuggita, ma ha ricambiato il suo sguardo. Si sono scambiati i numeri, promettendo di rivedersi. E ieri sera si sono incontrati di nuovo, a cena, e questa volta da soli.
            Laura vede che Giorgio comincia a distrarsi, un po’ annoiato.
            - Lui ha assoldato un violinista zigano, che suona solo per loro.
            Giorgio si scuote dal suo torpore e si ribella.
            - Un violinista zigano? Mi sembra tu stia esagerando!
            - Allora mi ascolti! - dice Laura divertita.
            Poi riflette un attimo.
            - Aspetta, c’è un motivo: Silvia una volta, quando erano a scuola, gli ha raccontato di una musica struggente che aveva ascoltato e di cui si era innamorata, forse una musica zigana, ed Eugenio vuole dimostrarle che non ha dimenticato nulla di lei, che il loro passato insieme è ancora vivo in lui.
            Laura lo guarda, speranzosa.
            - Beh, mi sembra un po’ stiracchiata, ma te la passo in via del tutto eccezionale - dice Giorgio, conciliante.
            Laura riprende.
            - Comunque ieri non sono andati oltre un bacio appassionato sulla porta di casa di lei, ed oggi sono qui felici, che festeggiano come noi la primavera, aspettando la loro prima notte d’amore. Che te ne pare?
            Giorgio riflette, guardandoli con attenzione.
            - Sì, un po’ sdolcinata, ma potrebbe reggere. Guardandoli bene, in effetti potrei immaginarli protagonisti della tua storia… Ma no, aspetta un momento, guarda ora: lei ha affondato il viso sul suo petto e lui ha improvvisamente smesso di sorridere, è come se un’ombra gli sia passata sul viso. Ecco, ora lei rialza la testa e lui sorride di nuovo. No, c’è qualcosa che non quadra. Non credo che le cose siano andate come tu dici.
            Riflette per un momento e poi riprende.
            - Ora ti racconto io la fine della storia. Ieri sera la musica del violino zigano ha raggiunto il suo scopo, e non si sono fermati al bacio sulla porta, lui è entrato in casa di Silvia e ha passato la notte con lei, la notte d’amore che ha tanto spesso immaginato. Quante volte, dopo l’ennesima delusione amorosa, ha creduto che con Silvia sarebbe stato diverso, e ora finalmente, lei è stata lì, tra le sue braccia, ma la felicità è infine arrivata? No, gli è sfuggita, ancora una volta. Il sogno della sua vita si realizza e lui cosa prova? Solo un senso di vuoto e di disillusione. Si sente ingannato, e un po’ stupido, per aver sprecato tanto tempo dietro ad un sogno che lo ha deluso, ma anche triste e abbandonato, quel sogno in fondo gli è stato compagno di vita per tanto tempo, ora dovrà farne a meno.
            Laura guarda Giorgio stupita e si chiede da dove esca tutta quell’amarezza.
            - E cosa farà Eugenio? - gli chiede. - Le dirà che si è sbagliato, che credeva di amarla, ma che era un’illusione?
            - No, non credo, in fondo ormai sa che è inutile cercare ancora, l’amore è una finzione letteraria e non esiste nella vita reale. Che senso ha illudersi ancora? Si fermerà con Silvia, se lei lo vorrà.
            Laura si è un po’ intristita. Giorgio all’improvviso smette lo sguardo cupo e la guarda divertito.
            - Beh, che ne pensi, mi pare che l’allievo abbia superato la maestra! - le dice allegro.
            Laura si rinfranca. Capisce che il tono sconsolato di Giorgio era solo finzione scenica e quel nodo di tristezza che le si era formato nel cuore si scioglie. Sorridendo, si complimenta con lui. Non se lo sarebbe aspettato dal suo serio e compassato marito, che improvvisamente non solo si metta a inventare storie come lei, ma che sveli anche una predisposizione all’improvvisazione tragica. Che donna fortunata, ha un uomo che dopo tanti anni riesce ancora a stupirla! Presa da un improvviso moto di affetto affonda il viso sul suo petto, e così facendo non vede l’ombra che passa sul viso di Giorgio.



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