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Il Paradiso degli Orchi
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RACCONTI

Roberta Ranaldi

Cosmologia

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N-e-r-a.

Nessun commento, davvero. Non mi va di fare nomi. Non dovrei essere catastrofista, lo so. In pochi minuti sto già demolendo quei pochi fragili scheletri fuori dall'armadio, seduti comodamente sulla poltrona di casa mia. Mi guardano con le braccia conserte in segno di disappunto. Credo che non sia stato un bene il mio sfratto esecutivo. Ma non ci posso fare niente. La turbina ormai è stata innestata e il ragionamento è autonomo e completamente anarchico, sovversivo. Non sono davvero in grado di fermalo a questo punto. Maledetta telefonata...Non potevo essere a corto di credito sul cellulare?! "NO", mi rispondono in coro.

L'ideale sarebbe non pensare affatto. Ruminare e dormire. Ormai ne ho quasi la dimostrazione scientifica.



Assioma

Quando penso, sbaglio.

Quando sbaglio, penso.




E' un maledetto circolo vizioso. Giro sempre in tondo e non arrivo mai. Mi evolvo per essere sempre uguale. Mi faccio forza per continuare ad essere la solita debole, il solito calice di cristallo sotto vuoto. Il cactus dal cuore tenero.



Che n-o-i-a

Non cambio mai. Questa trottola mi fa solo girare la testa. Una giostra gratuita che non si ferma mai. Ad ogni giro quell'antipatica giostraia dentro il botteghino mi ricorda che il giro è finito e sta per ricominciarne un altro. "Vietato scendere mentre la giostra è in movimento."

Ma se se non si ferma mai come faccio a scendere? Mind the gap. Mind the distance. Ma sono sulla Circle Line? Mi prendi in giro giostraia?

"Ma cosa stai farfugliando? Pensi che io stia qui a giocare? Non è colpa mia se la ruota gira male!"



Va bene, arpia. Non ti contraddico. Ma stai zitta per favore.

Io non mi scoraggio. Anzi, provo una fortissima stima nei miei confronti. Dove la trovo un'altra persona così perseverante nell'errore? Sono davvero brava. Ci vuole un certo fiuto per il disastro.

Ho talento per questo, perché non ammetterlo. Quasi me ne vanto.



Prendiamola con ironia. Meno male che c'è lei...Se va via sono guai. Guai. Ne sento già l'odore.

Eppure resisto. Ancora. Mi vorrei fermare. Vorrei scendere da questa giostra che non mi diverte più.

Non mi va più di giocare né di scommettere. Non voglio giocare nemmeno a tombola a Natale quest'anno. Al bando anche i gratta-e-vinci da due euro.



Voglio solo investimenti si-cu-ri.

Tripla A Moody's. Maledettissimi investimenti sicuri.



Un po' di noiosa qui-e-te.



Chiedo troppo? Non la ricordo neanche la sensazione di noia. Mi sembra sempre di camminare a mezz'aria, come in una vertigine continua mentre sono sospesa al contrario. Penso che la soluzione migliore sia quella di passare ad una vita da eremita. Non sono fatta per le relazioni sociali durature.



Tanto vale cancellare il ricordo di tutte le persone che potrebbero mancarmi, abbandonare

la tecnologia,

le idee,

i libri,

la musica

e tutto ciò che possa fare riflettere o dare origine a desideri.



Cercare un bel posto, accogliente, protettivo, piacevole alla vista, dove non c'è niente che odi ma nemmeno niente che mi piaccia tanto da poterlo rimpiangere se si dovesse rompere, rovinare, andar via, sparire.



Parola d'ordine: niente risorse scarse.



Solo beni duraturi, immobili e immanenti. Solo punti fissi. Pochi. Pochissimi. Q.B. per rimanere in perfetto equilibrio. Vincoli isostatici. Risoluzioni prive di equivoci ed equazioni con pochi passaggi. Nessun orpello.

Pochi fronzoli.

Che bastino due o tre parole per descrivere chiaramente fatti cose e persone. Vietati i giri di parole. Nessuna possibilità di equivoco. Nessun difetto di traduzione o interpretazione. Comunicazione essenziale senza intermediari.

Nessuna chimera.

Nessuna meteora.

Equilibrio e semplicità. La teoria del caos non paga. Impossibile evitare il disordine, ma gestirlo lo è ancora di più.



Regola: non tentare di fare cose che nessuno prima è mai riuscito a fare.



Eppure pensavo di avere talento per questo. Illusa...



Quasi quasi stasera faccio le valigie e parto per il mio mondo perfetto. Ma dov'è esattamente, chiedo agli scheletri nell'armadio. Rispondono che non lo sanno. Potrebbe anche essere proprio sotto il mio naso, nel mio armadio ora che ci penso bene...Di loro non mi sono mai fidata d'altronde e a dirla tutta mi stanno anche sulle scatole. Potrei entrare per controllare se è lì dentro, approfittando per dare finalmente lo sfratto esecutivo agli scheletri. C'è spazio nell'armadio. I vestiti sono da sempre accatastati sul letto, sulla sedia, per terra o in lavatrice. Non sentiranno la mancanza delle grucce. Bene.





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