RACCONTI
Tom Cho
L'esorcista
Ci sono dei titoli di testa rosso sangue su uno sfondo nero e poi appare la scena iniziale che si apre con me e la zia Wei che beviamo birra in un bar affollato in città. La zia Wei è solo alla prima birra ma il suo volto è già arrossato. Mi lancia uno sguardo profondo e mi dice che ha una testa per gli affari e un corpo per il peccato, proprio come il personaggio di Melanie Griffith nel film Una donna in carriera. Il punto è che, anche se non sono in rapporti troppo stretti con la zia Wei, ho come la sensazione che quel che ha detto non corrisponda minimamente alla verità. Ho persino voglia di dire alla zia Wei come stanno davvero le cose, il che comporterebbe dirle "In realtà, zietta, tu hai una testa per il servizio clienti burbero e un corpo per l'intolleranza al lattosio" ma invece le offro un'altra birra. Mezz'ora dopo siamo in un negozio d'articoli da regalo in Swanston Street e la zia Wei si sta comprando uno di quei grembiuli con attaccato un seno finto di plastica, ed è allora che realizzo che si può portare la zietta via dalla Cina ma non si può portare l'intolleranza alcolica via dalla zietta. Avverto mia zia del fatto che i seni sul grembiule avranno un aspetto del tutto finto perché sono chiaramente fatti di plastica. Nondimeno, la zia Wei è più preoccupata del fatto che i seni sul grembiule possano sembrare finti perché sono di carnagione caucasica. In ogni caso, la zia Wei insiste a voler indossare il grembiule immediatamente. Mentre camminiamo verso Flinder's Street Station per prendere il treno per andare a casa mia, mi accorgo che il fatto che la zia Wei stia indossando il grembiule con le tette fa in modo che le altre persone la vedano diversamente. All'inizio penso che si tratti del classico caso "l'abito fa il monaco, ma i grembiuli con le tette di plastica finte ti fanno agire in modo un po' diverso", ma presto mi accorgo che le cose vanno ben oltre tutto ciò. Infatti, quando arriviamo all'appartamento, la situazione si è già fatta decisamente più strana e la testa della zia Wei gira e gira in tondo a 360 gradi mentre vomita a idrante su tutto il mio salotto. Vomita su tutto il tappeto fatto a mano e su tutto il divano di pelle a tre posti e su tutti i muri. Questo cambiamento nelle consuetudini della zia Wei mi disturba. In tutti questi anni, non ho mai sentito di conoscere davvero la zia Wei e mi sembra che il suo comportamento non faccia altro che rafforzare questa convinzione. D'altra parte, sono cosciente del fatto che io e lei di rado abbiamo fatto lo sforzo di conoscerci più a fondo. Faccio un respiro profondo e penso di sollevare la questione alla zia Wei ma i suoi occhi emanano un bagliore rosso e mi dice con una voce profonda: "Noi ti odiamo. 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, 'fanculo, ti odiamo. Oh sì! Ti odiamo."
Per un attimo mi chiedo perché la zia Wei abbia cominciato ad usare il plurale maiestatis ma ben presto realizzo che ha una testa per le imprecazioni e un corpo per la possessione demoniaca. All'inizio questa scoperta mi dà un senso di sollievo: dal momento che la possessione demoniaca implica che la zia Wei sia, in un certo senso, diventata qualcun altro, forse questo significa che in realtà conosco mia zia meglio di quanto non pensassi. Mi viene anche in mente che devo salvare la zia Wei dalla sua possessione demoniaca. Dico, "Chi sei tu e che cosa hai fatto della vera zia Wei?" ma la zia Wei si limita a ridere e reclina il capo sul divano spruzzato di vomito. Poco dopo il suo corpo comincia a levitare in aria. Comincia anche a parlare con voci diverse: all'inizio una voce da bestemmiatore dai toni gutturali, poi una voce infantile e supplichevole, poi una voce profonda e tuonante che parla in una lingua biblica, e persino una voce da cagnolino che abbaia e ringhia ma poi uggiola e mugola. Poi la zia Wei mi traumatizza cominciando improvvisamente a parlare con una voce che sembra proprio la mia. In effetti, ben presto comincia a parlare con diverse voci che mi appartengono: all'inizio una voce tenue che mi saluta, poi una voce borbottante che parla goffamente di cose futili, poi una voce carezzevole e paterna che mi offre protezione, e persino una voce baldanzosa tipica delle persone in carriera che cita da moduli di richiesta di sovvenzioni alle arti che ho scritto e che sono andati a buon fine. Passo un po' di tempo ad ascoltare queste ed altre mie voci emesse dalla zia Wei. Comincio anche a chiedermi se (possessione demoniaca a parte) mia zia abbia la capacità di capirmi di gran lunga meglio di quel che abbia mai pensato.
In ogni caso, quando la zia Wei arriva a dire "Come indicato nei tempi di esecuzione del progetto (cfr sezione Tempistica sotto), entro la data di inizio del periodo finanziato proposto, il lavoro sul progetto avrà raggiunto uno stadio avanzato e mi troverei, quindi, in una posizione tale da beneficiare in modo più significativo dei finanziamenti del Consiglio Australiano", mi rendo conto che la possessione demoniaca ha superato ogni limite e che deve essere fermata. Corro nel mio studio e prendo un crocifisso dall'ultimo cassetto della scrivania. Ritorno di corsa nel salotto, grido a mia zia "Ti bandisco per sempre, diavolo che non sei altro!" e sollevo il crocifisso nella sua direzione. Ma la zia Wei si limita a prendermi il crocifisso dalle mani e comincia a masturbarsi e mentre se lo strofina sui genitali dichiara, "Il mio lavoro su questa raccolta dimostra che sono in grado di: 1) produrre una serie di composizioni brevi che sono legate tematicamente, e 2) lavorare produttivamente con l'assistenza finanziaria delle sovvenzioni alle arti." Mentre comincia a dire ciò, mi rendo conto di un'altra cosa: per rimuovere il demone dalla zia Wei, il grembiule con le tette deve essere rimosso dal suo corpo. Poiché mi rendo conto che questo è un lavoro che deve essere lasciato agli esperti, chiamo un'ambulanza. Circa dieci minuti dopo arriva l'ambulanza. I paramedici sono molto professionali e riescono ad afferrare la zia Wei e a metterla nell'ambulanza mentre vomita e impreca e si masturba e continua a citare i moduli di richiesta di sovvenzioni alle arti che ho scritto e che sono andati a buon fine. La zia Wei viene portata al Royal Women Hospital in ambulanza e io la seguo in macchina. Viene subito trasportata in sedia a rotelle fino alla sala operatoria mentre io aspetto in sala d'attesa. Ci vogliono una squadra di dodici chirurgi e quasi quindici ore per rimuovere il grembiule con le tette dalla zia Wei ma, una volta fatto ciò, il demone è bandito dal suo corpo. Trascorro la notte passeggiando su e giù per il corridoio e leggendo giornali scandalistici ed aspetto e aspetto finché i dottori mi dicono che la zia Wei può passare un po' di tempo con i visitatori. Entro nella stanza della zia Wei e la vedo stesa sul letto, stanca ma sveglia. Viene fuori che la zia Wei non si ricorda niente di quel che è successo. Mi dice, "Spero di non averti causato troppi problemi." Non dico niente per un attimo e poi rompo il silenzio imbarazzante rispondendo "In realtà, zietta, ho sempre pensato che tu sia una dei miei parenti preferiti e ti rispetto davvero molto e, anche se non ci siamo mai conosciuti troppo bene, voglio solo che tu sappia quanto sei importante per me", e le tengo la mano e ci sorridiamo a vicenda, e così una situazione potenzialmente problematica si tramuta in un grazioso momento di famiglia (un momento di famiglia che mi fa sentire più che mai vicino alla zia Wei).
Le rimango a fianco e parliamo ancora un po'. Tuttavia, dopo circa un quarto d'ora, noto che la zia comincia a essere stanca. l'abbraccio e le prometto che andrò a farle visita l'indomani. Mentre lascio la stanza, la guardo per un attimo. Mi sta sorridendo. All'entrata dell'ospedale mi fermo in cima alla scalinata. Ho uno sguardo solenne impresso sul volto. Dopodiché mi allontano dall'ospedale e cammino in lontananza. Si sente la musica di "Tubular Bells" e poi appaiono dei titoli di coda rosso sangue su uno sfondo nero e questo titolo di chiusura dice: "L'ESORCISTA".
Per un attimo mi chiedo perché la zia Wei abbia cominciato ad usare il plurale maiestatis ma ben presto realizzo che ha una testa per le imprecazioni e un corpo per la possessione demoniaca. All'inizio questa scoperta mi dà un senso di sollievo: dal momento che la possessione demoniaca implica che la zia Wei sia, in un certo senso, diventata qualcun altro, forse questo significa che in realtà conosco mia zia meglio di quanto non pensassi. Mi viene anche in mente che devo salvare la zia Wei dalla sua possessione demoniaca. Dico, "Chi sei tu e che cosa hai fatto della vera zia Wei?" ma la zia Wei si limita a ridere e reclina il capo sul divano spruzzato di vomito. Poco dopo il suo corpo comincia a levitare in aria. Comincia anche a parlare con voci diverse: all'inizio una voce da bestemmiatore dai toni gutturali, poi una voce infantile e supplichevole, poi una voce profonda e tuonante che parla in una lingua biblica, e persino una voce da cagnolino che abbaia e ringhia ma poi uggiola e mugola. Poi la zia Wei mi traumatizza cominciando improvvisamente a parlare con una voce che sembra proprio la mia. In effetti, ben presto comincia a parlare con diverse voci che mi appartengono: all'inizio una voce tenue che mi saluta, poi una voce borbottante che parla goffamente di cose futili, poi una voce carezzevole e paterna che mi offre protezione, e persino una voce baldanzosa tipica delle persone in carriera che cita da moduli di richiesta di sovvenzioni alle arti che ho scritto e che sono andati a buon fine. Passo un po' di tempo ad ascoltare queste ed altre mie voci emesse dalla zia Wei. Comincio anche a chiedermi se (possessione demoniaca a parte) mia zia abbia la capacità di capirmi di gran lunga meglio di quel che abbia mai pensato.
In ogni caso, quando la zia Wei arriva a dire "Come indicato nei tempi di esecuzione del progetto (cfr sezione Tempistica sotto), entro la data di inizio del periodo finanziato proposto, il lavoro sul progetto avrà raggiunto uno stadio avanzato e mi troverei, quindi, in una posizione tale da beneficiare in modo più significativo dei finanziamenti del Consiglio Australiano", mi rendo conto che la possessione demoniaca ha superato ogni limite e che deve essere fermata. Corro nel mio studio e prendo un crocifisso dall'ultimo cassetto della scrivania. Ritorno di corsa nel salotto, grido a mia zia "Ti bandisco per sempre, diavolo che non sei altro!" e sollevo il crocifisso nella sua direzione. Ma la zia Wei si limita a prendermi il crocifisso dalle mani e comincia a masturbarsi e mentre se lo strofina sui genitali dichiara, "Il mio lavoro su questa raccolta dimostra che sono in grado di: 1) produrre una serie di composizioni brevi che sono legate tematicamente, e 2) lavorare produttivamente con l'assistenza finanziaria delle sovvenzioni alle arti." Mentre comincia a dire ciò, mi rendo conto di un'altra cosa: per rimuovere il demone dalla zia Wei, il grembiule con le tette deve essere rimosso dal suo corpo. Poiché mi rendo conto che questo è un lavoro che deve essere lasciato agli esperti, chiamo un'ambulanza. Circa dieci minuti dopo arriva l'ambulanza. I paramedici sono molto professionali e riescono ad afferrare la zia Wei e a metterla nell'ambulanza mentre vomita e impreca e si masturba e continua a citare i moduli di richiesta di sovvenzioni alle arti che ho scritto e che sono andati a buon fine. La zia Wei viene portata al Royal Women Hospital in ambulanza e io la seguo in macchina. Viene subito trasportata in sedia a rotelle fino alla sala operatoria mentre io aspetto in sala d'attesa. Ci vogliono una squadra di dodici chirurgi e quasi quindici ore per rimuovere il grembiule con le tette dalla zia Wei ma, una volta fatto ciò, il demone è bandito dal suo corpo. Trascorro la notte passeggiando su e giù per il corridoio e leggendo giornali scandalistici ed aspetto e aspetto finché i dottori mi dicono che la zia Wei può passare un po' di tempo con i visitatori. Entro nella stanza della zia Wei e la vedo stesa sul letto, stanca ma sveglia. Viene fuori che la zia Wei non si ricorda niente di quel che è successo. Mi dice, "Spero di non averti causato troppi problemi." Non dico niente per un attimo e poi rompo il silenzio imbarazzante rispondendo "In realtà, zietta, ho sempre pensato che tu sia una dei miei parenti preferiti e ti rispetto davvero molto e, anche se non ci siamo mai conosciuti troppo bene, voglio solo che tu sappia quanto sei importante per me", e le tengo la mano e ci sorridiamo a vicenda, e così una situazione potenzialmente problematica si tramuta in un grazioso momento di famiglia (un momento di famiglia che mi fa sentire più che mai vicino alla zia Wei).
Le rimango a fianco e parliamo ancora un po'. Tuttavia, dopo circa un quarto d'ora, noto che la zia comincia a essere stanca. l'abbraccio e le prometto che andrò a farle visita l'indomani. Mentre lascio la stanza, la guardo per un attimo. Mi sta sorridendo. All'entrata dell'ospedale mi fermo in cima alla scalinata. Ho uno sguardo solenne impresso sul volto. Dopodiché mi allontano dall'ospedale e cammino in lontananza. Si sente la musica di "Tubular Bells" e poi appaiono dei titoli di coda rosso sangue su uno sfondo nero e questo titolo di chiusura dice: "L'ESORCISTA".
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