RACCONTI
Pina D'Aria (Pee Dee)
Underdogs n.2
Buongiorno a voi che siete in ascolto! Filo diretto, oggi, con le underdogs' news! Questo è un real meetin' point, un luogo d'incontro verace e cordiale.
Emerge lei, Little Laura Duke da queste frequenze e per favore, non smadonnate, non accalcatevi, non clacsonate su per quello svincolo, non ammazzatevi con quei carrelli e se potete, uscite da 'ste installazioni della circolazione delle merci e delle persone. Parliamo stamani di aspetti dell'io, l'io tutto io, l'io di mio cugino, l'io tutta identità e singolarità e niente collettività, l'io del mio vicino e lo spazio che non basta mai! Vi siete visti?
Vi siete ben spazzati e ripuliti fuori, ma dentro di voi lo sapete che viaggiare e voler stare a casa è tipico del nostro tempo accelerato? Attenti però, che si rischia di rimanere ancorati alla poltrona, davanti a uno schermo, nell'attesa che qualcosa finisca e altro principi. Siete sicuri di saper cogliere l'occasione e l'attimo? Io mi farei un bell'esame di coscienza. Certo! Sono solo una d.j., ma anch'io so parlare dell'eccesso che vi seppellisce, vi inebetisce, vi lusinga persino, perché vorreste avere e avere e consumare e consumare. Be', non sono qui per dirvi di moderarvi; il consumismo serve anche a salariarci tutti, almeno questo, perdinci! No! Non è questione di revisioni e moderazione! Bisogna ridere dell'eccesso e sottrarsi. Al contrario, siete coinvolti, dannati, e afflitti, in quanto non vi sentite al passo coi tempi.
Doggone my soul! Non basta dire, mollo tutto e vado a vivere in campagna! Voi non sapete neppure come si conduce la campagna! Il vostro io non vi dice di prendere un cavallo e farvi aiutare; vi suggerisce di fare i cowboys e magari vi mettete a coltivare kiwi e vi succede di veder sprofondare il terreno.
Infatti, le radici dei kiwi succhiano come sifoni, perché sono abituate a climi pluviali non mediterranei! Roba sulla quale se ci arriva la Gabanelli ci fa un bello scoop e glielo auguro! Il kiwi deve essere rimpatriato e noi dobbiamo dedicarci agli ulivi. E' vero, sto semplificando e salto molti passaggi, ma capite bene che quanto Gea – madre natura – ha messo in atto in milioni d'anni, noi lo strappiamo con nonchalance in un ventennio. Non siamo degli io accorti, siamo dei disgraziati e in mezzo mi ci ficco, dopo il predicozzo; infatti mi capita di sentirmi un io migliore perché cucino il mio cibo e non apro scatolette. Siete convulsi imitatori degli io dei films americani, siete convinti assertori di una convivialità col televisore e i suoi attori. Sto a guardarvi e ve lo dico di recarvi in posti veri, ma voi niente! Al massimo correte al supermercato, all'ipercentrocommerciale, o a vedere la partita, o ad acquistarvi la griffe sul calzino e poi cari io, amici miei, sapete che siete davvero bruttini così palestrati, secchi e marroni? Si, siete peggio di tutti i cicci, che sbagliano a gonfiarsi di spazzatura grassa, unta, fritta e abbondante; tuttavia voi non siete migliori e non vi dico di rientrare nella norma. La norma, magari esistesse come idea d'armonia, di giuste proporzioni, di equilibrio e di bellezza! Ah, gente dell'io, siete destinati a fare a pugni coi parenti più prossimi, tutti quegli io che inveiscono al semaforo! Peace and Love! Sempre Peace and Love! Odore di cantinetta. Odore di mercatino. Qui è come a Venice: odore di hot dog alla pakistana con quei semini e il curry e le puzze di sudore dei tanti io di un popolo che non c'è, perché con tanto spazio a disposizione, procedendo gomito a gomito, non ci si vede, non ci si saluta, non ci si considera, non si vede l'umano nell'umano, il simile nel simile e perché no?, nel dissimile e diverso! Non ci si incontra. I posti sono tanti ma fastidiosi come insetti. Non sono luoghi, ma acquartieramenti momentanei dell'io e della società. Musica da tali frequenze e a domani, amici di PeeDee.
Emerge lei, Little Laura Duke da queste frequenze e per favore, non smadonnate, non accalcatevi, non clacsonate su per quello svincolo, non ammazzatevi con quei carrelli e se potete, uscite da 'ste installazioni della circolazione delle merci e delle persone. Parliamo stamani di aspetti dell'io, l'io tutto io, l'io di mio cugino, l'io tutta identità e singolarità e niente collettività, l'io del mio vicino e lo spazio che non basta mai! Vi siete visti?
Vi siete ben spazzati e ripuliti fuori, ma dentro di voi lo sapete che viaggiare e voler stare a casa è tipico del nostro tempo accelerato? Attenti però, che si rischia di rimanere ancorati alla poltrona, davanti a uno schermo, nell'attesa che qualcosa finisca e altro principi. Siete sicuri di saper cogliere l'occasione e l'attimo? Io mi farei un bell'esame di coscienza. Certo! Sono solo una d.j., ma anch'io so parlare dell'eccesso che vi seppellisce, vi inebetisce, vi lusinga persino, perché vorreste avere e avere e consumare e consumare. Be', non sono qui per dirvi di moderarvi; il consumismo serve anche a salariarci tutti, almeno questo, perdinci! No! Non è questione di revisioni e moderazione! Bisogna ridere dell'eccesso e sottrarsi. Al contrario, siete coinvolti, dannati, e afflitti, in quanto non vi sentite al passo coi tempi.
Doggone my soul! Non basta dire, mollo tutto e vado a vivere in campagna! Voi non sapete neppure come si conduce la campagna! Il vostro io non vi dice di prendere un cavallo e farvi aiutare; vi suggerisce di fare i cowboys e magari vi mettete a coltivare kiwi e vi succede di veder sprofondare il terreno.
Infatti, le radici dei kiwi succhiano come sifoni, perché sono abituate a climi pluviali non mediterranei! Roba sulla quale se ci arriva la Gabanelli ci fa un bello scoop e glielo auguro! Il kiwi deve essere rimpatriato e noi dobbiamo dedicarci agli ulivi. E' vero, sto semplificando e salto molti passaggi, ma capite bene che quanto Gea – madre natura – ha messo in atto in milioni d'anni, noi lo strappiamo con nonchalance in un ventennio. Non siamo degli io accorti, siamo dei disgraziati e in mezzo mi ci ficco, dopo il predicozzo; infatti mi capita di sentirmi un io migliore perché cucino il mio cibo e non apro scatolette. Siete convulsi imitatori degli io dei films americani, siete convinti assertori di una convivialità col televisore e i suoi attori. Sto a guardarvi e ve lo dico di recarvi in posti veri, ma voi niente! Al massimo correte al supermercato, all'ipercentrocommerciale, o a vedere la partita, o ad acquistarvi la griffe sul calzino e poi cari io, amici miei, sapete che siete davvero bruttini così palestrati, secchi e marroni? Si, siete peggio di tutti i cicci, che sbagliano a gonfiarsi di spazzatura grassa, unta, fritta e abbondante; tuttavia voi non siete migliori e non vi dico di rientrare nella norma. La norma, magari esistesse come idea d'armonia, di giuste proporzioni, di equilibrio e di bellezza! Ah, gente dell'io, siete destinati a fare a pugni coi parenti più prossimi, tutti quegli io che inveiscono al semaforo! Peace and Love! Sempre Peace and Love! Odore di cantinetta. Odore di mercatino. Qui è come a Venice: odore di hot dog alla pakistana con quei semini e il curry e le puzze di sudore dei tanti io di un popolo che non c'è, perché con tanto spazio a disposizione, procedendo gomito a gomito, non ci si vede, non ci si saluta, non ci si considera, non si vede l'umano nell'umano, il simile nel simile e perché no?, nel dissimile e diverso! Non ci si incontra. I posti sono tanti ma fastidiosi come insetti. Non sono luoghi, ma acquartieramenti momentanei dell'io e della società. Musica da tali frequenze e a domani, amici di PeeDee.
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