CLASSICI
Alfredo Ronci
Di nuovo Gian Piero Bona: “Il silenzio delle cicale”.
Ebbene sì, ancora lui, Gian Piero Bona, uno scrittore, per chi non lo sapesse, per chi lo ha dimenticato e per chi ancora non sa chi sia, che ha avuto il buon senso di esistere e di scrivere piccoli capolavori che solo una rivista come la nostra riesce a recuperare. Non tutti possono dimenticare (stiamo parlando solo di romanzi, tralasciando l’altro suo impegno letterario, la poesia) Il soldato nudo (1962), I pantaloni d’oro (1969) e Passeggiata con il diavolo (1983) e soprattutto, visto che è stato scritto all’età di ottantasette anni L’amico ebreo.
Il soldato nudo gli creò qualche problema, visto che parlava di omosessualità…Fu grazie a Comisso che pubblicai il mio primo romanzo. Parlare allora di omosessualità nelle caserme non era facile, anzi poteva apparire qualcosa di inaudito. Fui guardato con sospetto, messo al bando. In quel periodo ero a Roma. Avevo cominciato a lavorare per il cinema e la televisione.
Proseguì su questa scia (andatevi a rileggere il pezzo su I pantaloni d’oro sempre scritto per questa rubrica), da una parte emarginato ma dall’altra, soprattutto per le compagnie che frequentava, adulato.
Il silenzio delle cicale, scritto nel 1981 e candidato addirittura al premio Campiello, sembra a tratti uscire da certi canoni di Bona. E’ la storia della decadenza economica e morale (aggiungerei anche fisica visto l’andamento dello scritto) di una ricca famiglia italiana nel breve arco di vent’anni (anche se poi il Bona traccerà alcune sensazioni decenni più tardi). Un romanzo questo che pur nella sua non facile comprensibilità (per carità nulla di ermetico od oscuro, ma vale la pena avvertire il lettore) riecheggia schemi e sensibilità mitteleuropei ed ottenne anche prestigiosi riconoscimenti, come quelli, per esempio, di Jean Cocteau, che lo definiva poète extraodinaire (anche se nel giro francese contava la capacità di Bona di fare traduzioni).
Tristano, il protagonista su tutti di questa storia, è un ragazzo cresciuto sì nella nobiltà, ma che non accetta imposizioni e soprattutto classificazioni … Ti sei laureato in filosofia a pieni voti, ti sei diplomato in composizione corale, hai vinto dei Littoriali di nuoto e di saggistica, e Benedetto Croce ha apprezzato un tuo studio su Gobetti. Hai un avvenire luminoso e ti ostini ad avvilirti con una vita contraria alla tua cultura e intelligenza. Ma perché?
Il perché forse neanche Tristano lo sa, anche se la sua coscienza e il suo cuore sono vicini ad una donna che è già sposata e ad un uomo molto vicino a questa donna. Un triangolo d’amore che a volte risplende consapevole e concreto, e a volte invece è quasi nascosto dalla stessa sofferenza di vivere del ragazzo. Dice di lei… Non temere. Ti ho semplicemente inventata. Io appartengo ad una razza di vetro. I miei avi non sono morti come gli altri, si sono rotti. Per ora me ne sto qui, protetto. Ma anch’io mi romperò. I miei cocci non faranno rumore ai tuoi piedi. Non fissarmi con quegli occhi smarriti.
Gli accadimenti tutti avvengono in una sorta di tempo tempestoso e dove la storia, meglio dire la Storia con la esse maiuscola, si consuma tra negligenza e indifferenza. Si può soltanto tentare una via di mezzo anche quando gli episodi sono concreti… “Non sai mia cara, che sono stati inventati i sindacati?” “Non ho mai capito che cosa siano. Quindi ciò che non capisco per me non esiste.” E aggiunge spaventata: “Max, stai forse diventando comunista?”.
Bona non tradisce i suoi lettori, nemmeno quelli che vorrebbero che certa sessualità, certo modo di vedere i rapporti, si esplichino in modo del tutto diverso. E cosa c’è di diverso di un uomo che ama un’altra donna ma la vorrebbe insieme ad un altro di cui non sconfessa i suoi bisogni?
Il sentimento d’amore che un uomo normale prova per la donna che esclusivamente gli appartiene, egli invece lo riponeva nella donna di un altro, a patto che il rivale gli piacesse.
Sono brevi appunti, è vero, perché spesso il romanzo si perde in considerazioni che negano ogni necessità di sopravvivere, ma sono comunque segni di un mondo che difficilmente potrà esistere. Il sintomo di una società che sta per scomparire non è, come si può credere, il suo disordine economico e sociale, bensì lo smarrimento sentimentale dei suoi protagonisti.
Infatti Tristano non avrà mai la sua donna (tanto meno il suo uomo) e questo porrà fine a tutto. Al silenzio terrificante delle cicale.
L’edizione da noi considerata è:
Gian Piero Bona
Il silenzio delle cicale
Garzanti
Il soldato nudo gli creò qualche problema, visto che parlava di omosessualità…Fu grazie a Comisso che pubblicai il mio primo romanzo. Parlare allora di omosessualità nelle caserme non era facile, anzi poteva apparire qualcosa di inaudito. Fui guardato con sospetto, messo al bando. In quel periodo ero a Roma. Avevo cominciato a lavorare per il cinema e la televisione.
Proseguì su questa scia (andatevi a rileggere il pezzo su I pantaloni d’oro sempre scritto per questa rubrica), da una parte emarginato ma dall’altra, soprattutto per le compagnie che frequentava, adulato.
Il silenzio delle cicale, scritto nel 1981 e candidato addirittura al premio Campiello, sembra a tratti uscire da certi canoni di Bona. E’ la storia della decadenza economica e morale (aggiungerei anche fisica visto l’andamento dello scritto) di una ricca famiglia italiana nel breve arco di vent’anni (anche se poi il Bona traccerà alcune sensazioni decenni più tardi). Un romanzo questo che pur nella sua non facile comprensibilità (per carità nulla di ermetico od oscuro, ma vale la pena avvertire il lettore) riecheggia schemi e sensibilità mitteleuropei ed ottenne anche prestigiosi riconoscimenti, come quelli, per esempio, di Jean Cocteau, che lo definiva poète extraodinaire (anche se nel giro francese contava la capacità di Bona di fare traduzioni).
Tristano, il protagonista su tutti di questa storia, è un ragazzo cresciuto sì nella nobiltà, ma che non accetta imposizioni e soprattutto classificazioni … Ti sei laureato in filosofia a pieni voti, ti sei diplomato in composizione corale, hai vinto dei Littoriali di nuoto e di saggistica, e Benedetto Croce ha apprezzato un tuo studio su Gobetti. Hai un avvenire luminoso e ti ostini ad avvilirti con una vita contraria alla tua cultura e intelligenza. Ma perché?
Il perché forse neanche Tristano lo sa, anche se la sua coscienza e il suo cuore sono vicini ad una donna che è già sposata e ad un uomo molto vicino a questa donna. Un triangolo d’amore che a volte risplende consapevole e concreto, e a volte invece è quasi nascosto dalla stessa sofferenza di vivere del ragazzo. Dice di lei… Non temere. Ti ho semplicemente inventata. Io appartengo ad una razza di vetro. I miei avi non sono morti come gli altri, si sono rotti. Per ora me ne sto qui, protetto. Ma anch’io mi romperò. I miei cocci non faranno rumore ai tuoi piedi. Non fissarmi con quegli occhi smarriti.
Gli accadimenti tutti avvengono in una sorta di tempo tempestoso e dove la storia, meglio dire la Storia con la esse maiuscola, si consuma tra negligenza e indifferenza. Si può soltanto tentare una via di mezzo anche quando gli episodi sono concreti… “Non sai mia cara, che sono stati inventati i sindacati?” “Non ho mai capito che cosa siano. Quindi ciò che non capisco per me non esiste.” E aggiunge spaventata: “Max, stai forse diventando comunista?”.
Bona non tradisce i suoi lettori, nemmeno quelli che vorrebbero che certa sessualità, certo modo di vedere i rapporti, si esplichino in modo del tutto diverso. E cosa c’è di diverso di un uomo che ama un’altra donna ma la vorrebbe insieme ad un altro di cui non sconfessa i suoi bisogni?
Il sentimento d’amore che un uomo normale prova per la donna che esclusivamente gli appartiene, egli invece lo riponeva nella donna di un altro, a patto che il rivale gli piacesse.
Sono brevi appunti, è vero, perché spesso il romanzo si perde in considerazioni che negano ogni necessità di sopravvivere, ma sono comunque segni di un mondo che difficilmente potrà esistere. Il sintomo di una società che sta per scomparire non è, come si può credere, il suo disordine economico e sociale, bensì lo smarrimento sentimentale dei suoi protagonisti.
Infatti Tristano non avrà mai la sua donna (tanto meno il suo uomo) e questo porrà fine a tutto. Al silenzio terrificante delle cicale.
L’edizione da noi considerata è:
Gian Piero Bona
Il silenzio delle cicale
Garzanti
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