CINEMA E MUSICA
Alfredo Ronci
La verginità di un uomo sofferto: 'Mid air' di Paul Buchanan
Album atteso spasmodicamente, anche con l'angoscia che nulla sarebbe stato come prima, perché già con Peace at last, Buchanan aveva dimostrato di voler far sul serio e da solo (l'idea che i Blue Nile possano non esserci più mi riempie di sgomento).
Chi ricorda il brano 'Family life', contenuto sempre in Peace at last (1996), sorta di testamento di un uomo che all'arrivo del Natale si strugge per l'assenza della moglie e dei figli? Ecco Mid Air, composto da quattordici brani, è tutto così.
Minimalismo allo stato puro, con il pianoforte appena sfiorato e la voce di Buchanan sussurrata e languida come solo può essere un uomo alle prese con la morsa della nostalgia.
Ci si può far male ad ascoltare un album del genere: ma l'amore che noi si porta per questo artista e per il suo gruppo, ci impedisce di contestarne la struttura apparentemente monocorde. Sono storie di amori vissuti intensamente e così intensamente finiti ('mid air' è la sospensione a mezz'aria di una donna vista attraverso la luce del giorno, metafora di un'aerea propensione al sentimentalismo).
Tocchi sublimi di piano, qua e là un'aggiunta orchestrale che sale come se timida dell'intrusione e la voce di un uomo a volte addirittura singhiozzante e spezzata dall'emozione.
Sì, il disco è una sinfonia, è una risposta al chiasso del mondo, alla superficialità di rapporti aperti e chiusi nell'arco di una giornata.
'Mid Air' 'I remember you' 'Two children' 'My true country' (inutile elencare l'intero album, paradossalmente un brano vale l'altro, per armonia e somiglianza) sono tracce di un cuore tremebondo, di un musicista come non ce ne sono nell'attuale panorama (d'altronde come può essere 'comune' un gruppo, Blue Nile, che in ventotto anni incide quattro album?).
Adorare Paul Buchanan è cosa assai semplice e spontanea.
Per i più curiosi cercare le precedenti cose dei musicisti scozzesi non è impresa facile: chissà se i primi dischi sono fuori catalogo; per gli altri, per chi voglia accostarsi ad una diversità musicale, Mid Air può essere un toccasana, un riemergere vergine pur nella brutalità dell'esistenza.
Quando Buchanan chiude le note di 'A movie magazine' vorresti provare, come lui, a vibrarti nel cielo. Son solo cose per grandi. Ve lo assicuro.
Paul Buchanan
Mid Air
Newsroom Records - 2012
Chi ricorda il brano 'Family life', contenuto sempre in Peace at last (1996), sorta di testamento di un uomo che all'arrivo del Natale si strugge per l'assenza della moglie e dei figli? Ecco Mid Air, composto da quattordici brani, è tutto così.
Minimalismo allo stato puro, con il pianoforte appena sfiorato e la voce di Buchanan sussurrata e languida come solo può essere un uomo alle prese con la morsa della nostalgia.
Ci si può far male ad ascoltare un album del genere: ma l'amore che noi si porta per questo artista e per il suo gruppo, ci impedisce di contestarne la struttura apparentemente monocorde. Sono storie di amori vissuti intensamente e così intensamente finiti ('mid air' è la sospensione a mezz'aria di una donna vista attraverso la luce del giorno, metafora di un'aerea propensione al sentimentalismo).
Tocchi sublimi di piano, qua e là un'aggiunta orchestrale che sale come se timida dell'intrusione e la voce di un uomo a volte addirittura singhiozzante e spezzata dall'emozione.
Sì, il disco è una sinfonia, è una risposta al chiasso del mondo, alla superficialità di rapporti aperti e chiusi nell'arco di una giornata.
'Mid Air' 'I remember you' 'Two children' 'My true country' (inutile elencare l'intero album, paradossalmente un brano vale l'altro, per armonia e somiglianza) sono tracce di un cuore tremebondo, di un musicista come non ce ne sono nell'attuale panorama (d'altronde come può essere 'comune' un gruppo, Blue Nile, che in ventotto anni incide quattro album?).
Adorare Paul Buchanan è cosa assai semplice e spontanea.
Per i più curiosi cercare le precedenti cose dei musicisti scozzesi non è impresa facile: chissà se i primi dischi sono fuori catalogo; per gli altri, per chi voglia accostarsi ad una diversità musicale, Mid Air può essere un toccasana, un riemergere vergine pur nella brutalità dell'esistenza.
Quando Buchanan chiude le note di 'A movie magazine' vorresti provare, come lui, a vibrarti nel cielo. Son solo cose per grandi. Ve lo assicuro.
Paul Buchanan
Mid Air
Newsroom Records - 2012
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