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Il Paradiso degli Orchi
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Racconti

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Isabelle Dubois

Alla finestra

All'inizio dell'estate, quando i sipari delle finestre si riaprivano sulla commedia umana, lei rivedeva il suo vecchietto. Non sapeva niente di lui, se non che era il suo dirimpettaio, al di là della strada. Si meravigliava, ogni volta, che si fosse mantenuto in vita nel lungo inverno. Si vedeva bene che era un uomo arrivato al capolinea della vita. Eppure stava fermo lì, in bilico, anno dopo anno. La stanza che lei vedeva era una sala da pranzo. Mobili e tappezzeria erano di quelli che non si usano più. Non era antiquariato, solo roba vecchia, e vi doveva ristagnare un sentore di stantio. Così le pareva (...)

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Aurelio Delfini

IL ragazzo del circo

Una bomboniera di cartapesta, grossa poco più di uno sputo di un cammello, è ferma da tre giorni in uno slargo polveroso a pochi chilometri da casa: è il circo di Brema.
Guardando il via vai di gente che nelle prime ore del mattino è esagitato e quasi isterico (nelle prime ore del pomeriggio si placa improvvisamente, come se il luogo fosse un piccolo cimitero di paese) mi vien da pensare che l'origine teutonica dei suoi componenti sia la stessa dei componenti delle torte di mele: estremamente variabile(...)

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Giovanni De Feo

Lo sguardo di pietra

L'illusione dell'infanzia è che tutto sia per sempre. Gli alberi, il profumo del mare, una canzone sentita alla radio, il sorriso di tua madre. Ti guardi intorno e la cerchi nell'angolo dove stende i panni.
- Posso uscire adesso?
- Dopo i compiti ho detto
- Ma mancano solo due! E poi se cala il sole non posso giocare più. Ti prego... (...)

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Sandro Veronesi

Ballando nella luce (omaggio a Fred Astaire)

In occasione della sua vittoria al premio "Strega" riproponiamo il racconto gentilmente concessoci da Sandro Veronesi che è un delicato omaggio ad una delle figure più leggendarie dell'immaginario cinematografico, e non solo: Fred Astaire

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Maurizio Antonetti

Changement d'adresse

Milano, 1989

Gli occhi di Vanni non vedono lo stillicidio profumato del caffè sui bordi delle tazze. Il viso è rivolto verso l'espresso-bar vicino alla finestra, ma lo sguardo si frantuma in un verde screziato, di pioppi, fuori dal palazzo. Il vetro doppio dell'appartamento ricaccia fuori il trambusto degli uccelli, la cucina galleggia nel silenzio (...)

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Jacques Barbéri

Il dentista

La giornata comincia su un binario. Meglio ancora, il risveglio. Prima ancora, il camminare.. Il viale, vestito di alberi e di movimenti meccanici. B...pensa ai suoi sogni: (...)

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Alessandro Meoni

Poliziotte in visone

Quando squillò il telefono, fu Marcy a rispondere.
Franca era in cucina, a dare disposizioni alla cuoca.
"Sì?" fece.
"Qui centrale" disse la voce.
"Mio Dio un uomo. Franca c'è un uomo al telefono!!".
D'istinto controllò la pettinatura allo specchio veneziano (...)

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Paolo Chiari

La funzione

Il signor Nathan Pearl arrivò puntuale come sempre, sedendosi al suo solito posto nella terzultima panca a sinistra nella piccola chiesa del paesino che compariva sulle carte più dettagliate col nome di Bridgetown...

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Giovanna Repetto

Chernobyl

Era il 26 aprile 1986. Mio figlio stava per compiere due anni. Frequentava il nido "Pollicino", nella periferia sud di Roma. Era tenero, indifeso e inconsapevole. All'inizio sembrava una cosa lontana, poi si seppe che la nube radioattiva stava arrivando. Il 30 aprile toccò l'Italia.

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