RECENSIONI
Giorgio Podestà
Breve storia dei capelli rossi
Graphe.it, Pag. 82 Euro 8,00
Non è la prima volta che leggo uno di questi libriccini della Graphe.it. Agili, leggeri, con la copertina morbida al tatto, piacevoli da portare con sé. Ne ho già parlato altre volte su queste pagine. Accurati, impaginati con eleganza, ricchi di note e corredati da qualche illustrazione, sono compagni discreti e non si fermano mai nel punto in cui finiscono. Voglio dire che offrono stimoli alla fantasia e a ulteriori ricerche, anche in virtù della ricchissima bibliografia. Questa volta si parla dei capelli rossi con tutte le implicazioni genetiche, storiche e artistiche, con riferimenti anche alla (presunta) saggezza popolare che nel corso della storia non ha risparmiato sentenze. Un’incursione nel passato ci ricorda le descrizioni che storici come Livio e Svetonio facevano dei Galli e di altri popoli del nord, rappresentati come uomini alti e di chioma fulva, aggiungendo un particolare curioso: qualche imperatore costringeva i prigionieri meno appariscenti a tingersi i capelli di rosso per essere più scenografici duranti i cortei trionfali. Segue una lunga carrellata di personaggi dalla chioma rossa. Alcuni più evidenti, come il vichingo Erik il Rosso o Federico Barbarossa. Altri noti per la vita e le opere, ma meno per il colore della chioma. Fra i nostri, Vittorio Alfieri e Galileo. La storia dei capelli rossi è anche una storia di discriminazioni, perché oltre al fascino che quel colore suscitava presso le popolazioni in cui non era frequente, c’erano anche il sospetto, la diffidenza e la superstizione, che animavano leggende e dicerie. Una traccia di questi atteggiamenti trapela in parte della pittura sacra, dove Giuda e altri personaggi negativi spesso mostrano questo tratto. Un interessante spartiacque è invece la Maddalena, tradizionalmente raffigurata con una impetuosa chioma rossa, dove il fuoco del peccato si fonde con quello dell’amore che redime, in una suggestiva ricomposizione degli opposti. Altri pittori associano le chiome fulve a un ideale di bellezza e sensualità, come nella Venere di Botticelli. Per arrivare, in tempi più recenti, al trionfo di Elizabeth Siddal, la mitica modella dei Preraffaeliti, e alle bellezze ritratte dagli Impressionisti. A una carrellata sulla storia dell’arte ne segue una sui personaggi descritti in letteratura, alcuni dei quali hanno assunto il ruolo di protagonisti connotandosi proprio in virtù del colore. Ad esempio Pel di carota (Jules Renard) e Rosso Malpelo (Giovanni Verga). Ancora, Giorgio Podestà va in cerca dei capelli rossi nel cinema e nella moda, ma soprattutto dedica diverse pagine alle credenze e ai detti popolari, dando anche qui molto da riflettere sull’argomento, mai esaurito e mai risolto, del pregiudizio e della conseguente discriminazione che in certi momenti ha dato origine a violenze e soprusi. Non manca un capitolo sugli aspetti scientifici e sulle origini genetiche di questo tratto somatico, a cui si associano spesso altre caratteristiche come la reazione della pelle al sole o la diversa resistenza al dolore e alle variazioni di temperatura. Il libro si chiude con un elenco che contiene, in ordine alfabetico, i rossi italiani più noti.
di Giovanna Repetto
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