DE FALSU CREDITU
Evelushalom Aleichem
Charlie's Engels
Treviribus Unitis editore, XXVII-Pag. 245 Euro 16,50
C'è da credere a tutto? C'è da credere a qualsiasi (sia pur documentata e ben argomentata) tesi? Non so dire. Tuttavia, ci sono cose di fronte alle quali viene spontaneo ritrarsi, poiché è solo che "la malattia conduce la mente / là dove la mente da sola non può andare". (The Who, Tommy) Una di queste, è la (finora pretesa) rivelazione che questo saggio (comunque notevole, comunque autorevole) incorpora.
Così: avevamo saputo da Paul Johnson (Gli intellettuali, Longanesi, Milano), che gli idoli della sinistra (ma di più: l'Autore risale all'Illuminismo) non erano stati mai fedeli alle loro dottrine - predicavano bene, e razzolavano male. Non solo: ma non si lavavano. Ebbene sì! Erano degli zozzoni, non solo metaforicamente, bensì anche alla lettera! E - forse - alcuni di loro lo erano per patologia, un po' come il Buonarroti, che si tenne gli stivali addosso per un anno solare, e alla fine dovettero tagliarne il cuoio incarnato all'epidermide per cavaglierli. Tuttavia, era stato facile diminuire quel testo: bastava far notare che, ragionando così, bastava pigliare dieci intellettuali integerrimi, per dar credito a qualsiasi follìa (Hitler, com'è noto, era un salutista, e ben coerente nei suoi propositi). Oppure, elencare i misfatti di dieci (o cento - e volendo, se ne trovano) papi, per demolire la fede.
Invece, qui, siamo in presenza d'una critica ben più radicale - se critica, beninteso, può definirsi - ai padri della più acuta critica sociale, e di più vasta eco ed eclatanti effetti, mai avutasi al mondo dai tempi dell'Unto e dell'Illuminato. Una critica che rasenta il paradosso - e che paradossalmente si nutre d'un fattaccio. Ma andiamo con ordine.
E' noto - e vituperato - che Karl Marx, esule a Londra (dunque Charlie) e sposo della Jenny von Westphalen, ingravidò la cameriera. E noto altrettanto - e vituperato a maggior ragione - che il suo fraterno amico e sodale, Friedrich Engels, si prese la responsabilità e la colpa di quella nascita. Ma Aleichem - dopo annose ricerche nei fondi più negletti dei penetrali del British Museum e nelle carte de The Estates of Estate of George Orwell's Estate's Estate, nell'Archivio dei Lavoratori in Amsterdam, nella Fondazione Feltrinelli, nelle sezioni segretate degli Archivi del Cremlino, ed infine nella Scotland Yard's For your eyes only Library e nella Biblioteca del Congresso (dopo la decisione di Clinton di render pubbliche milioni di pagine interdette) - è giunto alla conclusione che le cose andarono diversamente. Difatti: un rapporto di polizia (file copy IPCRESS 27/89) stabiliva già all'epoca chiaramente che la servetta era incinta per opera di un tale Colm Mean, un muratore d'origine irlandese che aveva confessato tutto al prete cattolico della chiesa di Saint SimonLeBon, fidato informatore della polizia. Non solo: ma la giovane risultava essere sul libro paga del Ministero di Giustizia, a sua volta come informatrice. Ed Engels lo sapeva: è stata ritrovata, in un dossier segretissimo della fonte ex-sovietica (classificato da Djerdjinskij), la lettera a lui di Kenneth Mass, un poliziotto ammiratore e seguace però della dottrina marxista, che gli svelava la macchinazione. Dunque, perché dar credito alla storia? Aleichem congettura - ma sulla base di documenti finora inattaccati - che una paternità di Karl, sia pure ancillare, potesse fugare più del matrimonio ogni sospetto sull'amicizia particolare che lo legava a Friedrich, e che pare assodata da un corpus di lettere di recente scoperta, che sembra non lasciare dubbi sulla natura del legame fra i due padri del socialismo scientifico.
Che dire? L'Autore ci va giù duro: il perbenismo dell'epoca non avrebbe permesso la sopravvivenza d'una dottrina propagandata da omosessuali - né gli operai e i contadini avrebbero aderito a un'organizzazione di cotal guida. E questo trova conferma nell'atteggiamento dei partiti comunisti negli anni del "muro contro muro": assoluta moralità, per non dare motivo al FODRIA (alle "forze oscure della reazione in agguato") di biasimare il comunismo come dissolutore della famiglia, e sovversivo dell'ordine "naturale" delle cose.
Certo, non avevano torto. Ma, come diceva Mao Zedong, "avevano torto ad avere ragione". Mentre bisognava - dialetticamente - "aver ragione con l'aver torto".
Così: avevamo saputo da Paul Johnson (Gli intellettuali, Longanesi, Milano), che gli idoli della sinistra (ma di più: l'Autore risale all'Illuminismo) non erano stati mai fedeli alle loro dottrine - predicavano bene, e razzolavano male. Non solo: ma non si lavavano. Ebbene sì! Erano degli zozzoni, non solo metaforicamente, bensì anche alla lettera! E - forse - alcuni di loro lo erano per patologia, un po' come il Buonarroti, che si tenne gli stivali addosso per un anno solare, e alla fine dovettero tagliarne il cuoio incarnato all'epidermide per cavaglierli. Tuttavia, era stato facile diminuire quel testo: bastava far notare che, ragionando così, bastava pigliare dieci intellettuali integerrimi, per dar credito a qualsiasi follìa (Hitler, com'è noto, era un salutista, e ben coerente nei suoi propositi). Oppure, elencare i misfatti di dieci (o cento - e volendo, se ne trovano) papi, per demolire la fede.
Invece, qui, siamo in presenza d'una critica ben più radicale - se critica, beninteso, può definirsi - ai padri della più acuta critica sociale, e di più vasta eco ed eclatanti effetti, mai avutasi al mondo dai tempi dell'Unto e dell'Illuminato. Una critica che rasenta il paradosso - e che paradossalmente si nutre d'un fattaccio. Ma andiamo con ordine.
E' noto - e vituperato - che Karl Marx, esule a Londra (dunque Charlie) e sposo della Jenny von Westphalen, ingravidò la cameriera. E noto altrettanto - e vituperato a maggior ragione - che il suo fraterno amico e sodale, Friedrich Engels, si prese la responsabilità e la colpa di quella nascita. Ma Aleichem - dopo annose ricerche nei fondi più negletti dei penetrali del British Museum e nelle carte de The Estates of Estate of George Orwell's Estate's Estate, nell'Archivio dei Lavoratori in Amsterdam, nella Fondazione Feltrinelli, nelle sezioni segretate degli Archivi del Cremlino, ed infine nella Scotland Yard's For your eyes only Library e nella Biblioteca del Congresso (dopo la decisione di Clinton di render pubbliche milioni di pagine interdette) - è giunto alla conclusione che le cose andarono diversamente. Difatti: un rapporto di polizia (file copy IPCRESS 27/89) stabiliva già all'epoca chiaramente che la servetta era incinta per opera di un tale Colm Mean, un muratore d'origine irlandese che aveva confessato tutto al prete cattolico della chiesa di Saint SimonLeBon, fidato informatore della polizia. Non solo: ma la giovane risultava essere sul libro paga del Ministero di Giustizia, a sua volta come informatrice. Ed Engels lo sapeva: è stata ritrovata, in un dossier segretissimo della fonte ex-sovietica (classificato da Djerdjinskij), la lettera a lui di Kenneth Mass, un poliziotto ammiratore e seguace però della dottrina marxista, che gli svelava la macchinazione. Dunque, perché dar credito alla storia? Aleichem congettura - ma sulla base di documenti finora inattaccati - che una paternità di Karl, sia pure ancillare, potesse fugare più del matrimonio ogni sospetto sull'amicizia particolare che lo legava a Friedrich, e che pare assodata da un corpus di lettere di recente scoperta, che sembra non lasciare dubbi sulla natura del legame fra i due padri del socialismo scientifico.
Che dire? L'Autore ci va giù duro: il perbenismo dell'epoca non avrebbe permesso la sopravvivenza d'una dottrina propagandata da omosessuali - né gli operai e i contadini avrebbero aderito a un'organizzazione di cotal guida. E questo trova conferma nell'atteggiamento dei partiti comunisti negli anni del "muro contro muro": assoluta moralità, per non dare motivo al FODRIA (alle "forze oscure della reazione in agguato") di biasimare il comunismo come dissolutore della famiglia, e sovversivo dell'ordine "naturale" delle cose.
Certo, non avevano torto. Ma, come diceva Mao Zedong, "avevano torto ad avere ragione". Mentre bisognava - dialetticamente - "aver ragione con l'aver torto".
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