RECENSIONI
Neill Graham
Killer sul velluto
Mattioli 1885, Pag. 183 Euro 16,00
Se avessi una macchina del tempo, uno dei posti che mi piacerebbe visitare sarebbe il 221 b di Baker Street, lo studio dove operava Sherlock Holmes. E magari farmi una chiacchierata anche col dottor Watson per sapere se quella cosa di cui si vocifera da tempo ormai sia vera, che cioè non abbia mai sentito pronunciare l'espressione che lo riguarda: elementare Watson. Poi si sa la Londra di fine ottocento aveva un fascino del tutto particolare.
Ma proprio perché ho una macchina del tempo a disposizione a questo punto, considerate le mie ultime ricerche e conoscenze, e con la possibilità di manovrare a mio piacimento l'orologio della Storia, con un balzo di una settantina di anni, mi farei portare al 19 di Adrian Walk.
A fare che, direte voi?
A conoscere un investigatore del tutto diverso, ma affascinante anche lui e dotato di forza prodigiosa: Solo Malcolm (curioso il nome no?).
Ma da dove salta fuori questo tizio? Salta fuori dalla penna di Neill Graham, una sorta di Simenon inglese, uno che però, al contrario del grande scrittore francese, ha sempre insistito unicamente sull'aspetto poliziesco e delinquenziale delle sue storie, e ha inventato, come se fosse una sorta di catena di montaggio del delitto, varie serie con più o meno successo.
La serie di Solo Malcom è quella che gli ha dato più soddisfazione: ambientata in una Londra post-bellica e pre-contestazione (anni cinquanta tanto per capirci), ha tutte le carte in regola per essere catalogata nella scuola dell'hard-boiled più classico. Struttura della storia senza arzigogoli e sofismi della golden age del giallo, dialoghi al minimo, ma non per questo superficiali, e scazzottature all'uopo con mosse che anticipano, e di molto, le mode del catch o wrestling.
Solo (il nome!) Malcom ha le idee molto chiare, e quando una donna gli si rivolge per coinvolgerlo in un'indagine che prevede la ricerca di una collana di grande valore, dice con estrema sincerità: La verità, signora, è che non amo lavorare per le donne. Non è una questione personale. Soltanto non mi piace. O c'è di mezzo un divorzio o si tratta di ricatto. Nessuno dei due mi attira.
Ma volente o nolente l'indagine la porta avanti, mantenendo però sufficiente autonomia e senza che vengano meno i principi basilari alla base del suo operato.
Nell'elenco dei nostri investigatori Solo Malcom ci mancava davvero: quando descrive l'arrivo della donna col suo tacchettare per le scale e poi la sua apparizione, confrontandola con le epifanie del gentil sesso nello studio di Baker Street, beh, una piccola stretta al cuore l'abbiamo avvertita. Per carità, situazione diverse, tempi diversi, e atteggiamenti, come spero abbiate capito, diversi, ma come spesso accade, la magia della finzione non sta nell'originalità a tutti i costi del costrutto, ma di una coazione a ripetere che ha il fascino delle cose intime.
Abbiamo dunque conosciuto per la prima volta Solo Malcolm, ma onestamente, è come se lo avessimo avuto da sempre come amico.
di Alfredo Ronci
Ma proprio perché ho una macchina del tempo a disposizione a questo punto, considerate le mie ultime ricerche e conoscenze, e con la possibilità di manovrare a mio piacimento l'orologio della Storia, con un balzo di una settantina di anni, mi farei portare al 19 di Adrian Walk.
A fare che, direte voi?
A conoscere un investigatore del tutto diverso, ma affascinante anche lui e dotato di forza prodigiosa: Solo Malcolm (curioso il nome no?).
Ma da dove salta fuori questo tizio? Salta fuori dalla penna di Neill Graham, una sorta di Simenon inglese, uno che però, al contrario del grande scrittore francese, ha sempre insistito unicamente sull'aspetto poliziesco e delinquenziale delle sue storie, e ha inventato, come se fosse una sorta di catena di montaggio del delitto, varie serie con più o meno successo.
La serie di Solo Malcom è quella che gli ha dato più soddisfazione: ambientata in una Londra post-bellica e pre-contestazione (anni cinquanta tanto per capirci), ha tutte le carte in regola per essere catalogata nella scuola dell'hard-boiled più classico. Struttura della storia senza arzigogoli e sofismi della golden age del giallo, dialoghi al minimo, ma non per questo superficiali, e scazzottature all'uopo con mosse che anticipano, e di molto, le mode del catch o wrestling.
Solo (il nome!) Malcom ha le idee molto chiare, e quando una donna gli si rivolge per coinvolgerlo in un'indagine che prevede la ricerca di una collana di grande valore, dice con estrema sincerità: La verità, signora, è che non amo lavorare per le donne. Non è una questione personale. Soltanto non mi piace. O c'è di mezzo un divorzio o si tratta di ricatto. Nessuno dei due mi attira.
Ma volente o nolente l'indagine la porta avanti, mantenendo però sufficiente autonomia e senza che vengano meno i principi basilari alla base del suo operato.
Nell'elenco dei nostri investigatori Solo Malcom ci mancava davvero: quando descrive l'arrivo della donna col suo tacchettare per le scale e poi la sua apparizione, confrontandola con le epifanie del gentil sesso nello studio di Baker Street, beh, una piccola stretta al cuore l'abbiamo avvertita. Per carità, situazione diverse, tempi diversi, e atteggiamenti, come spero abbiate capito, diversi, ma come spesso accade, la magia della finzione non sta nell'originalità a tutti i costi del costrutto, ma di una coazione a ripetere che ha il fascino delle cose intime.
Abbiamo dunque conosciuto per la prima volta Solo Malcolm, ma onestamente, è come se lo avessimo avuto da sempre come amico.
di Alfredo Ronci
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