RECENSIONI
Laura Silvestri
La Luna e l’Eden
RiLL – Acheron Books, Pag. 134 Euro 10,00
La prefazione di Alberto Panicucci, anima instancabile dell’associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare, chiarisce la genesi del libro, confermata poi da un’intervista con l’autrice, a chiusura della raccolta. Laura Silvestri fa parte di quella schiera di concorrenti che nel tempo si sono distinti nel premio RiLL, classificandosi sempre in ottime posizioni e ottenendo riconoscimenti. L’associazione, attiva nel promuovere la letteratura fantastica italiana, ha fatto quello che usa fare con i suoi autori migliori: le ha dedicato un’antologia personale nella collana Memorie dal futuro. L’anno precedente era toccato ad Andrea Viscusi, con l’antologia L’esatta percezione.
Silvestri ha vinto la XXV edizione del premio con il racconto Leucosya, che ha dato il titolo all’antologia del 2020, già recensita sul Paradiso. Di quest’autrice colpisce la versatilità, la capacità di spaziare tra i generi senza farsi ingabbiare. Da questo punto di vista lo spazio del RiLL, sia come concorso che come ambito editoriale, è proprio quello che fa per lei. Il Premio RiLL, e le antologie che ne scaturiscono, offrono infatti un ampio ventaglio di possibilità narrative, con l’unica consegna di rimanere nella sfera del fantastico. Ma l’aspetto poliedrico della sua produzione letteraria non si limita ai contenuto delle storie, che spaziano tra fantasy, fantascienza e weird. Quello che è notevole è anche la varietà di registri e di strumenti stilistici con cui Silvestri sa raggiungere il lettore toccando diverse corde. Alcuni suoi racconti, ad esempio, hanno un taglio decisamente umoristico, come A casa del Diavolo o La saggezza di Tamerlax (racconto sorpresa perché, per qualche misterioso motivo, figura nel libro ma non nell’indice). Altri accentuano l’aspetto misterioso, giocando con uguale disinvoltura su temi magici e fiabeschi, come in Chiari di luna e male parole, o fantascientifici, come in Oltre la valle. Al di là delle diverse forme narrative, è possibile ravvisare una continuità di fondo che accomuna la sua produzione e che si condensa in alcune caratteristiche. Prima di tutto Silvestri sa raccontare. Pare ovvio, per un’autrice di narrativa, ma lo è meno di quanto sembri. Saper raccontare non significa mettere i fatti in fila, ma stimolare la curiosità del lettore e indurlo a coinvolgersi fino ad accettare una decisiva sospensione di incredulità. E qui tale condizione è necessaria perché poco importa all’autrice la verosimiglianza, compresa quella fantascientifica (si consideri la libertà di La Terra non dimentica) che passa in secondo ordine rispetto a ciò che le preme: meravigliare con il racconto e insieme esplorare l’intimità dei sentimenti umani. Perfino nelle storie più paradossali o addirittura grottesche, l’occhio è attento ai risvolti psicologici. Tanto più lo è in racconti come Le lunghe ombre dell’Eden o Leucosya (presente anche in questa raccolta) dove i rapporti familiari sono esplorati con grande finezza e partecipazione. Specialmente in quest’ultimo si rileva la capacità di entrare nella profondità della sfera emotiva, descrivendo i rapporti fra una madre e una figlia adolescente, colti senza alcuna retorica nella semplicità dei gesti quotidiani. Il quotidiano, in questo particolare caso, è la vita a bordo di un’astronave dove le due donne viaggiano da sole, così che l’immenso si fonde con l’intimo. Un racconto che è ottimamente orchestrato anche per quanto riguarda l’aspetto fantascientifico, non eclatante ma assolutamente funzionale alla storia. Ottimo anche Le lunghe ombre dell’Eden, dove insieme ai rapporti familiari si approfondiscono quelli, tutt’altro che semplici, fra umano e non umano, con attenzione anche al delicato tema dell’ibrido. L’intervista che chiude il libro chiarisce alcuni aspetti della scrittura di Silvestri: i suoi processi creativi, i temi che le sono cari, le scelte stilistiche. Queste ultime, come già detto, rivelano la stessa versatilità che è una delle caratteristiche dell’autrice. Il linguaggio è strettamente connesso al tema del racconto, all’ambientazione e al profilo dei personaggi. Per questa ragione non mi è riuscito di trovare un brano da citare: invece di offrire un esempio avrebbe finito per essere riduttivo rispetto alla varietà che si incontra in questa raccolta. Ma non si pensi che Silvestri manchi di una cifra propria: a ben guardare, nonostante l’ampiezza dei contenuti e degli strumenti, la sua scrittura è inconfondibile. Per chi non l’avesse capito, sto dicendo che Laura Silvestri è una scrittrice di talento. Ed essendo giovane, chissà che cosa ci riserva ancora!
di Giovanna Repetto
Silvestri ha vinto la XXV edizione del premio con il racconto Leucosya, che ha dato il titolo all’antologia del 2020, già recensita sul Paradiso. Di quest’autrice colpisce la versatilità, la capacità di spaziare tra i generi senza farsi ingabbiare. Da questo punto di vista lo spazio del RiLL, sia come concorso che come ambito editoriale, è proprio quello che fa per lei. Il Premio RiLL, e le antologie che ne scaturiscono, offrono infatti un ampio ventaglio di possibilità narrative, con l’unica consegna di rimanere nella sfera del fantastico. Ma l’aspetto poliedrico della sua produzione letteraria non si limita ai contenuto delle storie, che spaziano tra fantasy, fantascienza e weird. Quello che è notevole è anche la varietà di registri e di strumenti stilistici con cui Silvestri sa raggiungere il lettore toccando diverse corde. Alcuni suoi racconti, ad esempio, hanno un taglio decisamente umoristico, come A casa del Diavolo o La saggezza di Tamerlax (racconto sorpresa perché, per qualche misterioso motivo, figura nel libro ma non nell’indice). Altri accentuano l’aspetto misterioso, giocando con uguale disinvoltura su temi magici e fiabeschi, come in Chiari di luna e male parole, o fantascientifici, come in Oltre la valle. Al di là delle diverse forme narrative, è possibile ravvisare una continuità di fondo che accomuna la sua produzione e che si condensa in alcune caratteristiche. Prima di tutto Silvestri sa raccontare. Pare ovvio, per un’autrice di narrativa, ma lo è meno di quanto sembri. Saper raccontare non significa mettere i fatti in fila, ma stimolare la curiosità del lettore e indurlo a coinvolgersi fino ad accettare una decisiva sospensione di incredulità. E qui tale condizione è necessaria perché poco importa all’autrice la verosimiglianza, compresa quella fantascientifica (si consideri la libertà di La Terra non dimentica) che passa in secondo ordine rispetto a ciò che le preme: meravigliare con il racconto e insieme esplorare l’intimità dei sentimenti umani. Perfino nelle storie più paradossali o addirittura grottesche, l’occhio è attento ai risvolti psicologici. Tanto più lo è in racconti come Le lunghe ombre dell’Eden o Leucosya (presente anche in questa raccolta) dove i rapporti familiari sono esplorati con grande finezza e partecipazione. Specialmente in quest’ultimo si rileva la capacità di entrare nella profondità della sfera emotiva, descrivendo i rapporti fra una madre e una figlia adolescente, colti senza alcuna retorica nella semplicità dei gesti quotidiani. Il quotidiano, in questo particolare caso, è la vita a bordo di un’astronave dove le due donne viaggiano da sole, così che l’immenso si fonde con l’intimo. Un racconto che è ottimamente orchestrato anche per quanto riguarda l’aspetto fantascientifico, non eclatante ma assolutamente funzionale alla storia. Ottimo anche Le lunghe ombre dell’Eden, dove insieme ai rapporti familiari si approfondiscono quelli, tutt’altro che semplici, fra umano e non umano, con attenzione anche al delicato tema dell’ibrido. L’intervista che chiude il libro chiarisce alcuni aspetti della scrittura di Silvestri: i suoi processi creativi, i temi che le sono cari, le scelte stilistiche. Queste ultime, come già detto, rivelano la stessa versatilità che è una delle caratteristiche dell’autrice. Il linguaggio è strettamente connesso al tema del racconto, all’ambientazione e al profilo dei personaggi. Per questa ragione non mi è riuscito di trovare un brano da citare: invece di offrire un esempio avrebbe finito per essere riduttivo rispetto alla varietà che si incontra in questa raccolta. Ma non si pensi che Silvestri manchi di una cifra propria: a ben guardare, nonostante l’ampiezza dei contenuti e degli strumenti, la sua scrittura è inconfondibile. Per chi non l’avesse capito, sto dicendo che Laura Silvestri è una scrittrice di talento. Ed essendo giovane, chissà che cosa ci riserva ancora!
di Giovanna Repetto
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