RECENSIONI
Carlo D'Amicis
La guerra dei cafoni
Minimum fax, Pag.226 Euro 13,00
Lo confesso, non ho letto i precedenti romanzi di D'amicis, quindi mi sono avvicinato a lui come ci si avvicina a un piatto di tagliolini coi fagioli, nel senso che è una portata non sempre facile da fare, abbisogna di mani esperte e spesso il risultato è sciocco (nel senso siciliano del termine, sciapo).
D'amicis ha ambientato la storia nel 1975, ma siccome io sono pignolo e per certi versi piantagrane, puntualizzo che in realtà, nonostante si giochi duro, l'autore l'ha voluta collocare negli 'anni settanta'.
Ci sono imperfezioni che vanno rivelate, non perché si sia cavillosi, ma perché va preservata la verginità del lettore più giovane anche se poi, come dicevano i latini, falsum saepe vero suavius est (spesso la menzogna è più gradevole della verità).
Ho pizzicato il De Amicis in inesattezze che vanno segnalate:
(Pag. 24) ...come se temessi di ritrovarmi davanti all'improvviso, anziché appunto degli innocui ragazzini, Diabolik, Zakimort, Satanik o qualche altro losco personaggio fuoriuscito dai fumetti che leggevo io.
Errore: Angelo, il personaggio principale del libro, detto Francisco Marinho (calciatore brasiliano dell'epoca), difficilmente avrebbe potuto leggere Zakimort, se non in un album datatissimo e magari conservato in qualche soffitta, perché il fumetto fu interrotto alla fine degli anni sessanta, e ripubblicato, per qualche nostalgico, in antologici numeri assemblati che pensiamo, però, non abbiano trovato la via di Torrematta, località salentina, luogo della vicenda.
(Pag. 58) Se parlavi di trasmissioni tirava subito fuori Canzonissima.
Ma figuriamoci, erano gli anni tenebrosi e squallidi dei Sanremo nemmeno trasmessi in Tv figuriamoci la Canzonissima dei Morandi, dei Villa e dei Ranieri, ormai già passata alla storia sotto i colpi della contestazione studentesca.
(Pag.105) La mia immaginazione, pronta a scandagliare l'intero catalogo umano, uscì dai blocchi più reattiva di Borzov.
Per carità, tutto possibile, ma l'unico velocista bianco che doppiò cento e duecento piani alle Olimpiadi di Monaco, nonostante avesse vinto anche gli Europei del '73, nel settantacinque aveva quasi attaccato le scarpe al chiodo. Non poteva passare per 'emblema' di velocità: gli sprinter neri avevano già gridato vendetta.
(Pag.153) Entrambi accennano a una versione scellerata di «Sugli sugli bane bane», e quando arrivano a intonare il ritornello («Tu miscugli le banane») spingono avanti oscenamente il bacino e ridono sguaiati all'indirizzo del signore dei signori.
Qui mi si tocca nell'intimo (ma si prega di non malignare). Nonostante mi sia rotto la testa nel tentativo di capire il significato di 'miscugli' (può prefigurare un allaccio al latino volgare misculare, o addirittura un neologismo legato più che al consueto "miscelare", al desueto termine, perché utilizzato soprattutto in chimica, miscibilità) il brano riportato da D'Amicis risale al Sanremo del 1973! E' vero che in quegli anni un successo durava più di una stagione, ma l'hit a sorpresa de 'Le figlie del vento' (le interpreti), nonostante una 'vetrina' inaspettata non può davvero esser durato due anni e mezzo. Direi proprio di no.
E qui ci fermiamo. Ribadiamo: l'autore del libro ha voluto 'scherzare' con gli anni settanta più che ambientare la storia nel 1975. Nonostante ciò (per me è davvero un 'nonostante') la vicenda si legge che è un piacere (selezione premio Strega no?) con sprazzi post-moderni davvero efficaci: La deformità di Racchione si trasfigurò in pop-art, Pecuravecchia avvampò come un abbacchio al forno e Duedipressione sembrò quasi raggiungere centottanta di minima.
E' vero quello che hanno scritto, pur se alla base c'è un conflitto di classe non si sfiora neanche un po' il problema della lotta. Già.
Il 2 novembre 1975 Pasolini veniva ammazzato dal potere fascista.
di Alfredo Ronci
D'amicis ha ambientato la storia nel 1975, ma siccome io sono pignolo e per certi versi piantagrane, puntualizzo che in realtà, nonostante si giochi duro, l'autore l'ha voluta collocare negli 'anni settanta'.
Ci sono imperfezioni che vanno rivelate, non perché si sia cavillosi, ma perché va preservata la verginità del lettore più giovane anche se poi, come dicevano i latini, falsum saepe vero suavius est (spesso la menzogna è più gradevole della verità).
Ho pizzicato il De Amicis in inesattezze che vanno segnalate:
(Pag. 24) ...come se temessi di ritrovarmi davanti all'improvviso, anziché appunto degli innocui ragazzini, Diabolik, Zakimort, Satanik o qualche altro losco personaggio fuoriuscito dai fumetti che leggevo io.
Errore: Angelo, il personaggio principale del libro, detto Francisco Marinho (calciatore brasiliano dell'epoca), difficilmente avrebbe potuto leggere Zakimort, se non in un album datatissimo e magari conservato in qualche soffitta, perché il fumetto fu interrotto alla fine degli anni sessanta, e ripubblicato, per qualche nostalgico, in antologici numeri assemblati che pensiamo, però, non abbiano trovato la via di Torrematta, località salentina, luogo della vicenda.
(Pag. 58) Se parlavi di trasmissioni tirava subito fuori Canzonissima.
Ma figuriamoci, erano gli anni tenebrosi e squallidi dei Sanremo nemmeno trasmessi in Tv figuriamoci la Canzonissima dei Morandi, dei Villa e dei Ranieri, ormai già passata alla storia sotto i colpi della contestazione studentesca.
(Pag.105) La mia immaginazione, pronta a scandagliare l'intero catalogo umano, uscì dai blocchi più reattiva di Borzov.
Per carità, tutto possibile, ma l'unico velocista bianco che doppiò cento e duecento piani alle Olimpiadi di Monaco, nonostante avesse vinto anche gli Europei del '73, nel settantacinque aveva quasi attaccato le scarpe al chiodo. Non poteva passare per 'emblema' di velocità: gli sprinter neri avevano già gridato vendetta.
(Pag.153) Entrambi accennano a una versione scellerata di «Sugli sugli bane bane», e quando arrivano a intonare il ritornello («Tu miscugli le banane») spingono avanti oscenamente il bacino e ridono sguaiati all'indirizzo del signore dei signori.
Qui mi si tocca nell'intimo (ma si prega di non malignare). Nonostante mi sia rotto la testa nel tentativo di capire il significato di 'miscugli' (può prefigurare un allaccio al latino volgare misculare, o addirittura un neologismo legato più che al consueto "miscelare", al desueto termine, perché utilizzato soprattutto in chimica, miscibilità) il brano riportato da D'Amicis risale al Sanremo del 1973! E' vero che in quegli anni un successo durava più di una stagione, ma l'hit a sorpresa de 'Le figlie del vento' (le interpreti), nonostante una 'vetrina' inaspettata non può davvero esser durato due anni e mezzo. Direi proprio di no.
E qui ci fermiamo. Ribadiamo: l'autore del libro ha voluto 'scherzare' con gli anni settanta più che ambientare la storia nel 1975. Nonostante ciò (per me è davvero un 'nonostante') la vicenda si legge che è un piacere (selezione premio Strega no?) con sprazzi post-moderni davvero efficaci: La deformità di Racchione si trasfigurò in pop-art, Pecuravecchia avvampò come un abbacchio al forno e Duedipressione sembrò quasi raggiungere centottanta di minima.
E' vero quello che hanno scritto, pur se alla base c'è un conflitto di classe non si sfiora neanche un po' il problema della lotta. Già.
Il 2 novembre 1975 Pasolini veniva ammazzato dal potere fascista.
di Alfredo Ronci
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Carlo D'Amicis
Escluso il cane
Minimum fax, Pag.257 Euro 11,50Questa è una storia catalogabile nel settore culo e quarant'ore. Nel senso che le articolazioni dell'impianto del libro sfiorano temi quali la Verità, la Fede, la Ragione, la Giustizia, il Dolore, nel loro rapporto con l'Essere Umano e l'essere umani, anche negli aspetti più corporei, fino al corpo sciolto (il protagonista è incontinente, oltre che frocio e impotente - e giòcati 'sta tris!) e alle citazioni da Rino Gaetano.
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