DE FALSU CREDITU
Rydell C. Faroon
Mastorna
Ciak Gulp Edit., Pag. 293 Euro 19,00
Il titolo già la dice lunga: il mai realizzato film di Federico Fellini con Marcello Mastroianni. Perché di questo si conciona nel saggio di Faroon (tra l'altro già messosi in evidenza due anni fa con il bel libro dedicato a Cary Grant Mezzo e mezzo, amby edit.), cioè della cinematografia mai realizzata, dei film abortiti prima del nascere per motivazioni spesso politiche, a volte censorie, a volte amministrative, a volte finanziarie, quasi mai per crisi di rigetto dei registi. Lo studioso, che tra l'altro vive ormai da più di trent'anni a Roma ed ama in particolar modo il cinema nostrano, con dovizia certosina ha raccolto testimonianze, ricordi e veri e proprio atti ufficiali nel tentativo di ricostruire le vicissitudini di alcune pellicole sul punto di nascere e poi mai realizzate.
L'elenco di questi fallimenti è più lungo di quanto si possa pensare. Faroon ha cercato di mettere ordine alla materia partendo però dalla fine della seconda guerra mondiale ed arrivando fino ai giorni nostri (infatti l'ultimo non-film di cui si'interessa è il Petrolio pasoliniano, progetto mai andato in porta del regista Marco Risi).
Ci sono, nel saggio, momenti particolarmente riusciti, quando l'arte del contendere sfiorava non solo l'etica e la morale, ma anche la politica, e visto che si parla spesso dell'Italia, dell'intrallazzo.
Bello ed interessante il capitolo dedicato al non-film (permettetemi di utilizzare questa espressione, comoda e per certi versi centrata, soprattutto perché allude ad una fraseologia che nella cinematografia è spesso utilizzata. Pensiamo al termine non-morto, per indicare i vampiri o i morti viventi di romeriano memoria) Capocotta mon amour (1953) di Luciano Emmer. Il regista, dopo il successo di Una domenica d'agosto si apprestava a realizzare un altro film di ambientazione estiva (tra l'altro anticipando di sei anni una titolazione che Alain Resnais, successivamente, avrebbe consegnato alla leggenda. Cfr. Hiroshima mon amour), quando fu bloccato (pare addirittura dall'allora sottosegretario Giulio Andreotti), dallo scandalo montante di Wilma Montesi, la ragazza che fu trovata cadavere sul bagnasciuga di Capocotta appunto. Per non parlare dell'interrogazione parlamentare che fu fatta all'allora ministro degli Interni, il democristiano Paolo Emilio Taviani, in previsione, nel 1966, dell'uscita del film di Mario Mattoli, Maciste contro i comunisti. Si disse allora che il genere era ormai al capolinea (un colpo fatale glielo aveva dato Duccio Tessari con Arrivano i Titani con un fulgido Giuliano Gemma) e che non c'era nessuna ragione commerciale per proporre un prodotto che andava contro le prime avvisaglie di un compromesso storico di là da venire.
Faroon parla non solo dell'Italia, ma ovviamente anche di Hollywood. Esplicativo il caso del non- film The desert storck (letteralmente: La cicogna nel deserto) del pluripremiato regista Anthony Minghella (quello de Il paziente inglese) la cui realizzazione fu bloccata dalla fazione più 'progressista' della lobby ebraica perché il titolo ricordava fin troppo l'allora campagna militare 'the desert storm' delle truppe americane contro l'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq.
Insomma Mastorna è un gioiellino di informazioni, un vero e proprio raccolto di primizie che non mancherà di solleticare gli appassionati del cinema ma anche gli amanti del gossip. Perché tra una scheda e l'altra di film mai usciti s'innestano pettegolezzi che hanno anche il sapor di verità: che dire della love-story tra Montgomery Clift e l'addetto alle luci Mariano Sacchi durante le riprese del film che doveva essere la perfetta continuazione di Stazione Termini e che non fu mai portato a termine proprio per lo stato di salute dell'attore americano, prostrato da un amore mal corrisposto?
Ça va sans dire.
L'elenco di questi fallimenti è più lungo di quanto si possa pensare. Faroon ha cercato di mettere ordine alla materia partendo però dalla fine della seconda guerra mondiale ed arrivando fino ai giorni nostri (infatti l'ultimo non-film di cui si'interessa è il Petrolio pasoliniano, progetto mai andato in porta del regista Marco Risi).
Ci sono, nel saggio, momenti particolarmente riusciti, quando l'arte del contendere sfiorava non solo l'etica e la morale, ma anche la politica, e visto che si parla spesso dell'Italia, dell'intrallazzo.
Bello ed interessante il capitolo dedicato al non-film (permettetemi di utilizzare questa espressione, comoda e per certi versi centrata, soprattutto perché allude ad una fraseologia che nella cinematografia è spesso utilizzata. Pensiamo al termine non-morto, per indicare i vampiri o i morti viventi di romeriano memoria) Capocotta mon amour (1953) di Luciano Emmer. Il regista, dopo il successo di Una domenica d'agosto si apprestava a realizzare un altro film di ambientazione estiva (tra l'altro anticipando di sei anni una titolazione che Alain Resnais, successivamente, avrebbe consegnato alla leggenda. Cfr. Hiroshima mon amour), quando fu bloccato (pare addirittura dall'allora sottosegretario Giulio Andreotti), dallo scandalo montante di Wilma Montesi, la ragazza che fu trovata cadavere sul bagnasciuga di Capocotta appunto. Per non parlare dell'interrogazione parlamentare che fu fatta all'allora ministro degli Interni, il democristiano Paolo Emilio Taviani, in previsione, nel 1966, dell'uscita del film di Mario Mattoli, Maciste contro i comunisti. Si disse allora che il genere era ormai al capolinea (un colpo fatale glielo aveva dato Duccio Tessari con Arrivano i Titani con un fulgido Giuliano Gemma) e che non c'era nessuna ragione commerciale per proporre un prodotto che andava contro le prime avvisaglie di un compromesso storico di là da venire.
Faroon parla non solo dell'Italia, ma ovviamente anche di Hollywood. Esplicativo il caso del non- film The desert storck (letteralmente: La cicogna nel deserto) del pluripremiato regista Anthony Minghella (quello de Il paziente inglese) la cui realizzazione fu bloccata dalla fazione più 'progressista' della lobby ebraica perché il titolo ricordava fin troppo l'allora campagna militare 'the desert storm' delle truppe americane contro l'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq.
Insomma Mastorna è un gioiellino di informazioni, un vero e proprio raccolto di primizie che non mancherà di solleticare gli appassionati del cinema ma anche gli amanti del gossip. Perché tra una scheda e l'altra di film mai usciti s'innestano pettegolezzi che hanno anche il sapor di verità: che dire della love-story tra Montgomery Clift e l'addetto alle luci Mariano Sacchi durante le riprese del film che doveva essere la perfetta continuazione di Stazione Termini e che non fu mai portato a termine proprio per lo stato di salute dell'attore americano, prostrato da un amore mal corrisposto?
Ça va sans dire.
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