DE FALSU CREDITU
Sah Banshir Ravindari (Orio Pomerio)
Se li conosci, leviti!
Adepti edizione, Pag. 473 Euro 19,00
Questo libro non è altro che il diario della conversione all'induismo di un ex prete nativo di Casaltondo apricano (Molise), l'ormai ottantacinquenne Orio Pomerio, ora Sah Banshir Ravindari.
Tutto accadde durante un viaggio che il sacerdote effettuò negli anni sessanta in India, esattamente sul monte Kailasa, vicino al lago Manasorovar che le le Upanishad e i Purana indicano come la dimora di Siva (o Shiva nel termine anglicizzato).
L'apparizione che ebbe in uno slargo polveroso e davanti a centinaia di fedeli (esattamente l'immagine fosforescente del dio con in mano un tridente, il famoso Trishula, simbolo delle tre funzioni della Truimurti: creazione, preservazione e distruzione) lo portò in breve ad intraprendere un rapidissimo cammino verso la totale conversione all'induismo.
Ora Sah Banshir Ravindari è titolare di una scuola di Yoga, essendo lui stesso adepto del dio Yogishvara (altro appellativo di Siva), ed insegna agli allievi l'ascetismo perfetto, il dominio sui sensi e sulla mente, per un'immersione eterna nella beatitudine (Ananda) e nel Samandhi.
Nell'introduzione al libro (peraltro ricco di foto di Ravindari colto in diversi periodi di tempo, dalle prime messe celebrate in una piccola località contadina del molise, all'incontro con Gandhi ai piedi della monumentale statua di Siva a Rishikesh in India) l'autore ci tiene a precisare che il titolo non deve essere disorientante: qualcuno si aspetterebbe la singolarità dell'assunto e non la sua pluralità e cioè 'Se lo conosci, leviti' in riferimento all'unicità di Siva, pur se emblema di una trinità immutabile. Ma Ravindari allarga il concetto inglobando in esso gli innumerevoli appellativi che si riferiscono agli attributi e caratteristiche del dio: per esempio, Mrtyumjaya, Vincitore sulla morte, Nataraja, Signore della danza, Yogishvara appunto, Signore degli Yogi.
Dunque la conoscenza totale e totalizzante dell'Assoluto può portare alla perfetta ascesi e quindi all'elevazione.
Su quest'ultimo punto ovviamente Ravindari scende in polemica con lo snobismo e la miscredenza occidentale che tende a etichettare la levitazione come fenomeno paranormale o addirittura come trucco da baraccone circense (è curioso come l'autore tenga presente anche le recenti iniziative di Romano Balducci a proposito di illusionismo e simulazione). Testimonianza assoluta della sua dedizione alla causa le tre foto a pag. 221 che mostrano in successione l'esecuzione della Puja al Lingam, la zangolatura dell'oceano e infine proprio la levitazione.
Osservare l'ex prete molisano librarsi a un metro da terra senza l'ausilio di trucchi ma grazie alla più completa devozione a Siva e alle sue manifestazioni multiple non può che colpire lo scetticismo empio dell'occhio occidentale.
Tutto accadde durante un viaggio che il sacerdote effettuò negli anni sessanta in India, esattamente sul monte Kailasa, vicino al lago Manasorovar che le le Upanishad e i Purana indicano come la dimora di Siva (o Shiva nel termine anglicizzato).
L'apparizione che ebbe in uno slargo polveroso e davanti a centinaia di fedeli (esattamente l'immagine fosforescente del dio con in mano un tridente, il famoso Trishula, simbolo delle tre funzioni della Truimurti: creazione, preservazione e distruzione) lo portò in breve ad intraprendere un rapidissimo cammino verso la totale conversione all'induismo.
Ora Sah Banshir Ravindari è titolare di una scuola di Yoga, essendo lui stesso adepto del dio Yogishvara (altro appellativo di Siva), ed insegna agli allievi l'ascetismo perfetto, il dominio sui sensi e sulla mente, per un'immersione eterna nella beatitudine (Ananda) e nel Samandhi.
Nell'introduzione al libro (peraltro ricco di foto di Ravindari colto in diversi periodi di tempo, dalle prime messe celebrate in una piccola località contadina del molise, all'incontro con Gandhi ai piedi della monumentale statua di Siva a Rishikesh in India) l'autore ci tiene a precisare che il titolo non deve essere disorientante: qualcuno si aspetterebbe la singolarità dell'assunto e non la sua pluralità e cioè 'Se lo conosci, leviti' in riferimento all'unicità di Siva, pur se emblema di una trinità immutabile. Ma Ravindari allarga il concetto inglobando in esso gli innumerevoli appellativi che si riferiscono agli attributi e caratteristiche del dio: per esempio, Mrtyumjaya, Vincitore sulla morte, Nataraja, Signore della danza, Yogishvara appunto, Signore degli Yogi.
Dunque la conoscenza totale e totalizzante dell'Assoluto può portare alla perfetta ascesi e quindi all'elevazione.
Su quest'ultimo punto ovviamente Ravindari scende in polemica con lo snobismo e la miscredenza occidentale che tende a etichettare la levitazione come fenomeno paranormale o addirittura come trucco da baraccone circense (è curioso come l'autore tenga presente anche le recenti iniziative di Romano Balducci a proposito di illusionismo e simulazione). Testimonianza assoluta della sua dedizione alla causa le tre foto a pag. 221 che mostrano in successione l'esecuzione della Puja al Lingam, la zangolatura dell'oceano e infine proprio la levitazione.
Osservare l'ex prete molisano librarsi a un metro da terra senza l'ausilio di trucchi ma grazie alla più completa devozione a Siva e alle sue manifestazioni multiple non può che colpire lo scetticismo empio dell'occhio occidentale.
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