RECENSIONI
Paul Murray
Skippy muore
ISBN, Pag. 813 Euro 16,00
Che Dio benedica le edizioni Isbn. Che possano sempre rimanere con noi nonostante (anzi forse proprio per) la crisi. Una casa editrice che riesce a scovare un capolavoro come Skippy muore merita non solo un plauso ma una menzione speciale. Un libro pazzesco, una storia eccezionale che non so da dove cominciare. Siamo in Irlanda. Dublino. Un college privato per studenti delle medie e superiori, cattolico ma gestito da laici. Una roba per ricchi con figli disadattati. Ma Skippy muore subito, dentro un Donut house, non si capisce perché, succede mentre è in compagnia del suo miglior amico, Ruprecht, e tutta la storia, apparentemente, inizia per raccontarci come si è giunti a quel momento. Ma non è solo quello. Avete presente Donnie Darko? (lo dicono pure sulla prima di copertina; a proposito, le edizioni sono fantastiche, richiamano una pagina di giornale con tanto di articolo e foto). Avete presente l'Attimo Fuggente? Ecco, quei due film. (Mentre, a differenza di quanto sostengono in copertina, quel libraccio del Giovane Holden per fortuna nostra non c'entra nulla). Paul Murray, alla sua seconda prova di narrativa, si dimostra uno scrittore portentoso. Ci sono questi personaggi adolescenti, gli studenti Skippy, Ruprecht, Mario, Geoff, c'è l'insegnante pavidello Howard the Coward, il teppistello Carl, la bella e viziata Lori che tutti vorrebbero scoparsi ma che lei è così borghese che può solo finire in un istituto per anoressiche. Ci sono i preti irlandesi, meravigliosi archetipi viventi del male della Chiesa, i laici, che la gestiscono, come il vicepreside ad interim Greg l'Automa, orrendi peggio dei prelati. Orrendi, orrendi e orrendi. Ma meravigliosi nel modo in cui vengono pennellati dalla bravura introspettiva dell'autore, come vengono tirati su per le viscere e ributtati giù per i capelli. C'è il mistero. L'Irlanda dei folletti e delle Mounds (le collinette funerarie dove un tempo si facevano i riti dei morti con i monumenti rivolti alle costellazioni), l'Irlanda della dea Birgit. C'è Ruprecht, maestoso obeso introverso stereotipo, amico di Skippy e dotato di un'intelligenza fuori dal comune che coinvolge il suo gruppo di amici con le sue invenzioni, tipo la macchina per scandagliare le dimensioni parallele. C'è tanta atmosfera e c'è tanta poesia, troppa per un romanzo di 800 e passa pagine. Che non ti vorresti staccare e nonostante tutto vorresti che non finisse mai. C'è una pedofilia appena accennata, vissuta di sguincio, sottesa, scansata, evitata. C'è la nostra storia, quella di esseri umani codardi e proprio per questo protervi, ipnotizzati dal non senso delle vite che luoghi come Seabrook, il college storico in cui è ambientato, confezionano per dare in pasto ai trafficanti del mercato del lavoro che, bontà loro, perpetrano amabilmente e con entusiasmo il sistema del non senso, appunto. (Divenendo così più feroci di una bestia inconsapevole e per questo più saggia). Skippy muore e tutto precipita. Il tempo va all'indietro nel romanzo, poi però risterza in avanti. Ancora una volta, è la morte lo strumento per squarciare veli altrimenti invisibili e resistentissimi. Skippy che nuota e deve diventare un campione, Skippy che ha la mamma malata ma col papà al telefono gioca a far finta di niente, che tutto è normale come sempre. Skippy che s'innamora di Lori che finge di innamorarsi di Skippy per nascondere ai genitori le sue frequentazioni teppistiche di Carl con le sue pasticche eccitanti e dimagranti. Basta! Andate in libreria e compratevelo. Anzi, quando io sono entrato in libreria, come sempre capita per i grandi libri, è stato lui che mi ha chiamato dallo scaffale, io non sapevo nemmeno della sua esistenza. Né avevo mai sentito prima Paul Murray, che è uno scrittore metafisico, troppo potente, ma lui non lo sa, o forse sì. E, se non siete pronti, vi risucchierà come un buco nero in un'altra dimensione. Bella, ma non chiedetemi quale.
di Adriano Angelini
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