RECENSIONI
Saverio Fattori
Sovvertire il buon gusto – Propaganda
18:30 edizioni – Microlit 21, Pag. 16 Euro 2,00
Jack Ritchie poteva vantarsi che, in mano sua, Guerra e Pace sarebbe diventato un bel racconto. Non si tratta di cambiare misura a una storia, ma di fare un ben determinato patto con la realtà: farla diventare quella che, nella nostra memoria, è comunque destinata ad essere: un sogno.
Ci passa un mondo, ovviamente, fra la confortante sensazione che si ha quando si chiude un libro di Tolstoj, dove, insomma, tutto va come deve andare con una precisione da illusionisti, ed essere alle prese con quello che Borges definiva un sogno guidato. Diciamo che la prima è un'esperienza chiesastica, dalla quale si esce più buoni e migliori; la seconda è sciamanica, e non è detto che uno ne esca.
Nelle sedici paginette di Sovvertire il buon gusto – propaganda di Saverio Fattori siamo in questa zona letteraria.
Ci troviamo, più o meno, in Italia settentrionale. Certo, dai tempi de La bestia controvento di Luigi Monteleone, è successo che l'impasto nebbioso di grottesco e morboso è diventato qualcosa di freddo, secco e allucinato, e quindi, forse, ci troviamo in un qualsiasi settentrione del mondo, nella provincia americana, magari, con i suoi sottili e misterici orrori lynciani.
I bambini de Il villaggio dei dannati sono cresciuti. Arianissimi, pasciuti e cattivi. Soprattutto molto ariani, come se la storia contemporanea, per essere compresa, dovesse ammettere un Hitler martire, immolato al sicuro successo progressivo del suo verbo.
Nella fattispecie si parla della Banda delle Bionde, al cui comando si erge la Testoni, appunto "ariana, razza pura, ottusa e pratica, nessuna complessità". La Testoni è una ragazza di successo, è una campionessa di pallavolo. La sua squadra ha come mascotte Giampi, un ragazzino down. Durante una partita della squadra della Testoni contro una formazione catanese, Giampi esplode inopinatamente in gioiose ovazioni per la vittoria degli avversari. Verrà ritrovato morto.
In paese non è difficile immaginare chi è l'assassino. Comunque non lo è per la professoressa Magrelli. La Magrelli è l'insegnante della Testoni. Appartiene a una generazione che non ha fatto in tempo a divenire ariana: "è lesbica. L.E.S.B.I.C.A. I ragazzi lo hanno intuito, qualcuno l'ha pedinata fino a casa, potrebbero ricattarla. Nella sua borsetta hanno trovato una discreta quantità di hashish. Hanno fatto turni di appostamento, hanno fotografato il bacio sulla porta con la brucaerba minorenne che convive con lei. Nei temi si sono divertiti a fare allusioni. Intelligenze malvagie. Allo loro età lei pensava solo a David Bowie e a Kerouac." Non solo, si può sospettare che abbia fatto il liceo classico, e sappia il latino. Quindi, è inevitabile che la Magrelli sappia tutto: "la Magrelli non ha prove, ma quando una sensazione è così forte è già verità. La Banda delle Bionde sa qualcosa della morte di Giampi sopravvenuta dopo ripetute percosse": la Testoni è la colpevole.
Per questo la Magrelli telefona al cronista locale, che coincide con il narratore, un personaggio che non starebbe male in qualche apocalisse onirica alla Howard Hawks.
Il cronista è sul tipo cinico e deluso, ovvio, e, allora sa tutto pure lui. Ma sa pure che non c'è niente da fare, dà della paranoica all'insegnante e le consiglia di arrendersi come ha già fatto lui: "non posso fare nulla per cambiare questa gente, non posso chiedere nessun trasferimento. A volte ho cercato di essere diverso, di lottare. Ma il toro meccanico mi ha sbalzato dopo pochi secondi".
Finale senza speranza.
di Pier Paolo Di Mino
Ci passa un mondo, ovviamente, fra la confortante sensazione che si ha quando si chiude un libro di Tolstoj, dove, insomma, tutto va come deve andare con una precisione da illusionisti, ed essere alle prese con quello che Borges definiva un sogno guidato. Diciamo che la prima è un'esperienza chiesastica, dalla quale si esce più buoni e migliori; la seconda è sciamanica, e non è detto che uno ne esca.
Nelle sedici paginette di Sovvertire il buon gusto – propaganda di Saverio Fattori siamo in questa zona letteraria.
Ci troviamo, più o meno, in Italia settentrionale. Certo, dai tempi de La bestia controvento di Luigi Monteleone, è successo che l'impasto nebbioso di grottesco e morboso è diventato qualcosa di freddo, secco e allucinato, e quindi, forse, ci troviamo in un qualsiasi settentrione del mondo, nella provincia americana, magari, con i suoi sottili e misterici orrori lynciani.
I bambini de Il villaggio dei dannati sono cresciuti. Arianissimi, pasciuti e cattivi. Soprattutto molto ariani, come se la storia contemporanea, per essere compresa, dovesse ammettere un Hitler martire, immolato al sicuro successo progressivo del suo verbo.
Nella fattispecie si parla della Banda delle Bionde, al cui comando si erge la Testoni, appunto "ariana, razza pura, ottusa e pratica, nessuna complessità". La Testoni è una ragazza di successo, è una campionessa di pallavolo. La sua squadra ha come mascotte Giampi, un ragazzino down. Durante una partita della squadra della Testoni contro una formazione catanese, Giampi esplode inopinatamente in gioiose ovazioni per la vittoria degli avversari. Verrà ritrovato morto.
In paese non è difficile immaginare chi è l'assassino. Comunque non lo è per la professoressa Magrelli. La Magrelli è l'insegnante della Testoni. Appartiene a una generazione che non ha fatto in tempo a divenire ariana: "è lesbica. L.E.S.B.I.C.A. I ragazzi lo hanno intuito, qualcuno l'ha pedinata fino a casa, potrebbero ricattarla. Nella sua borsetta hanno trovato una discreta quantità di hashish. Hanno fatto turni di appostamento, hanno fotografato il bacio sulla porta con la brucaerba minorenne che convive con lei. Nei temi si sono divertiti a fare allusioni. Intelligenze malvagie. Allo loro età lei pensava solo a David Bowie e a Kerouac." Non solo, si può sospettare che abbia fatto il liceo classico, e sappia il latino. Quindi, è inevitabile che la Magrelli sappia tutto: "la Magrelli non ha prove, ma quando una sensazione è così forte è già verità. La Banda delle Bionde sa qualcosa della morte di Giampi sopravvenuta dopo ripetute percosse": la Testoni è la colpevole.
Per questo la Magrelli telefona al cronista locale, che coincide con il narratore, un personaggio che non starebbe male in qualche apocalisse onirica alla Howard Hawks.
Il cronista è sul tipo cinico e deluso, ovvio, e, allora sa tutto pure lui. Ma sa pure che non c'è niente da fare, dà della paranoica all'insegnante e le consiglia di arrendersi come ha già fatto lui: "non posso fare nulla per cambiare questa gente, non posso chiedere nessun trasferimento. A volte ho cercato di essere diverso, di lottare. Ma il toro meccanico mi ha sbalzato dopo pochi secondi".
Finale senza speranza.
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