RECENSIONI
Davide Del Popolo Riolo
Übermensch
Delos Digital, Pag. 288 Euro 17,00
Incontrare John Kennedy che aiuta Robert Heinlein a fuggire da un campo di concentramento, nell’America invasa dai nazisti, è sorprendente e spassoso. Davide Del Popolo Riolo, già apprezzato autore di fantascienza, non è nuovo al genere dell’ucronia, e qui si diverte a godere di tutte le sfaccettature possibili. Cosa che richiede studio e grande equilibrismo. Perché se le imprese di Giulio Cesare contro gli alieni (De Bello Alieno, Delos Books 2014) offrono il vantaggio di una lontananza storica, qui i fatti sono recenti e ampiamente documentati, e benché l’ucronia consenta di stravolgerne gli esiti (il nazionalsocialismo di Hitler che governa il mondo dopo la seconda guerra mondiale, come nell’illustre precedente di Philip K. Dick La svastica sul sole) non è lecito sbagliare sulle citazioni dei personaggi e sui dati assunti come punti di riferimento reali. Ma l’autore si muove tranquillo e sicuro regalandoci quella che, a parte l’aspetto fantascientifico, è una splendida spy story.
È chiara fin dall’inizio l’ispirazione al personaggio di Superman, di cui l’Eroe Ariano è la figura speculare. Il romanzo risponde alla domanda: che cosa succederebbe se un supereroe fosse al servizio del male, non tanto per scelta quanto perché è caduto dalla parte sbagliata? In questo caso si pone il problema di come neutralizzarlo, e come sappiamo non è una questione semplice.
- Non beve vino? – chiede lei, sempre sussurrando. Quella è un’informazione che una moglie deve sapere.
Lui scuote la testa. – Non quando sono in missione. L’albergo? – Sembra molto ansioso.
- Tranquillo, ci ho pensato io – replica lei. - I suoi documenti sono sicuri? La polizia di frontiera al Brennero è molto sospettosa, anche se l’Italia è il principale alleato del Grande Reich Germanico.
A sentire quelle parole lui fa una smorfia e lei sente nuovamente crescerle l’irritazione. Si chiede ancora una volta se quell’uomo è un vero professionista o un dilettante che la farà uccidere.
Il racconto procede a macchia di leopardo, intersecando le storie, i luoghi e i piani temporali. Alle imprese di Giuseppe e Clara, due agenti segreti che si preparano a mettere in atto il colpo risolutivo, si alternano episodi che ricostruiscono gli antecedenti personali insieme a quelli storici. C’è anche una ragazzina, nell’America invasa, una certa Hanna che scrive il suo diario e fa vibrare corde ben note. E non sai mai come andrà a finire, perché se è vero che la storia è già scritta è anche vero che qui vediamo una storia parallela, che ci stupisce tanto con le sue divergenze quanto con le sue fedeltà.
Man mano che si procede l’autore ci prepara ai colpi di scena in modo che, pur senza poter dare tutto per scontato, riusciamo ad anticipare qualcosa e a sentirci molto furbi. È proprio qui che l’autore ci aspetta al varco, con un sorriso che si intuisce bonariamente ironico, per sferrare i suoi colpi finali. Quando ormai è troppo tardi capiamo che certi dettagli, che ci parevano incongruenze, erano invece indizi trascurati.
La storia è appassionante, ben centrati i personaggi. Sia quelli inventati, con le loro luci e ombre tutte da scoprire, sia quelli storici raccontati in coerenza con i loro caratteri originari. Qualche perplessità sorge riguardo agli atteggiamenti dell’alieno, ma qui non possiamo dire di più per l’ovvio rischio di spoiler. Molto gustosi i personaggi minori, come i fascisti duri e puri che partecipano al pellegrinaggio-premio verso la dimora dell’Eroe Ariano. Questo viaggio, che è la spina dorsale di tutto il racconto, ha degli spunti fantozziani non indifferenti. Ma se qualche lettore li trovasse troppo macchiettistici, consiglierei una visione dei filmati d’epoca, da cui si deduce che nel libro non vi è nessuna esagerazione.
di Giovanna Repetto
È chiara fin dall’inizio l’ispirazione al personaggio di Superman, di cui l’Eroe Ariano è la figura speculare. Il romanzo risponde alla domanda: che cosa succederebbe se un supereroe fosse al servizio del male, non tanto per scelta quanto perché è caduto dalla parte sbagliata? In questo caso si pone il problema di come neutralizzarlo, e come sappiamo non è una questione semplice.
- Non beve vino? – chiede lei, sempre sussurrando. Quella è un’informazione che una moglie deve sapere.
Lui scuote la testa. – Non quando sono in missione. L’albergo? – Sembra molto ansioso.
- Tranquillo, ci ho pensato io – replica lei. - I suoi documenti sono sicuri? La polizia di frontiera al Brennero è molto sospettosa, anche se l’Italia è il principale alleato del Grande Reich Germanico.
A sentire quelle parole lui fa una smorfia e lei sente nuovamente crescerle l’irritazione. Si chiede ancora una volta se quell’uomo è un vero professionista o un dilettante che la farà uccidere.
Il racconto procede a macchia di leopardo, intersecando le storie, i luoghi e i piani temporali. Alle imprese di Giuseppe e Clara, due agenti segreti che si preparano a mettere in atto il colpo risolutivo, si alternano episodi che ricostruiscono gli antecedenti personali insieme a quelli storici. C’è anche una ragazzina, nell’America invasa, una certa Hanna che scrive il suo diario e fa vibrare corde ben note. E non sai mai come andrà a finire, perché se è vero che la storia è già scritta è anche vero che qui vediamo una storia parallela, che ci stupisce tanto con le sue divergenze quanto con le sue fedeltà.
Man mano che si procede l’autore ci prepara ai colpi di scena in modo che, pur senza poter dare tutto per scontato, riusciamo ad anticipare qualcosa e a sentirci molto furbi. È proprio qui che l’autore ci aspetta al varco, con un sorriso che si intuisce bonariamente ironico, per sferrare i suoi colpi finali. Quando ormai è troppo tardi capiamo che certi dettagli, che ci parevano incongruenze, erano invece indizi trascurati.
La storia è appassionante, ben centrati i personaggi. Sia quelli inventati, con le loro luci e ombre tutte da scoprire, sia quelli storici raccontati in coerenza con i loro caratteri originari. Qualche perplessità sorge riguardo agli atteggiamenti dell’alieno, ma qui non possiamo dire di più per l’ovvio rischio di spoiler. Molto gustosi i personaggi minori, come i fascisti duri e puri che partecipano al pellegrinaggio-premio verso la dimora dell’Eroe Ariano. Questo viaggio, che è la spina dorsale di tutto il racconto, ha degli spunti fantozziani non indifferenti. Ma se qualche lettore li trovasse troppo macchiettistici, consiglierei una visione dei filmati d’epoca, da cui si deduce che nel libro non vi è nessuna esagerazione.
di Giovanna Repetto
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