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CLASSICI

Alfredo Ronci

Un marxista per forza: ‘Le terre del Sacramento’ di Francesco Iovine.

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Su Francesco Iovine è stata fatta, almeno stando a quanto si è letto e soprattutto si è scritto, una tassonomica precisazione sul suo operato, o meglio, su quanto lo scrittore stesso, nel corso della sua attività, ha prodotto.
Sì perché sui suoi libri è stata concepita una valutazione, che crediamo forzata, e che in qualche modo l’ha relegato in una dimensione letteraria che tutto sommato non veritiera, o almeno non confacente.
La questione è: Francesco Iovine era marxista?
Detto così il problema potrebbe anche non interessare, figuriamoci, ma nei confronto di Iovine è stata fatta una lotta che crediamo non consona al suo personaggio e soprattutto nei confronti dei personaggi che è andato costruendo.
Si dice, ma non temiamo di essere sconfessati, che diventò comunista a sua insaputa, e che un giorno Togliatti gli disse: “Caro don Ciccio, i suoi personaggi sono tutti comunisti. Come mai lei pensa diversamente?” “Io penso come loro non c’è che dire. E se i miei personaggi sono comunisti vuol dire che anch’io lo sono”.
Non sappiamo in verità se questo discorso sia avvenuto veramente, ma nel caso in cui fosse vero, non troviamo nulla da obiettare. Diciamo che le prese di posizione dei personaggi di Iovine erano abbastanza chiare e soprattutto coerenti nel periodo in cui furono elaborate.
Walter Pedullà commenta assai concisamente la fase letteraria che si andava imponendo: La letteratura accetta il nuovo mandato sociale: anche se non sempre è quello dell’impegno marxista. Savinio chiamerà “supercivismo” il proprio surrealismo. Diventa meridionale il lombardo Gadda per descrivere la Roma del Duce; lascia il romanzo storico (Signora Ava) Francesco Iovine e racconta storie di lotte contadine; il lirico Corrado Alvaro torna al romanzo realista con Tutto è accaduto; Brancati fa ridere sulla Sicilia fascista.
Dunque torniamo ai fatti. Iovine era marxista o no? Pedullà mette avanti un giudizio che è fermo, se vogliamo, a metà, preso com’è a classificare le varie situazione e soprattutto i vari scrittori. Ma possiamo andare avanti giusto per indicare le varie prese di posizioni dei critici di allora. Soprattutto mettendo in evidenza che sono pareri riguardanti non tutta l’opera di Iovine, ma il suo Le terre del Sacramento che suscitò non pochi problemi all’autore. E ne indichiamo uno, che già abbiamo avuto modo d’incontrare per altre ragioni, Giose Rimanelli, che negativamente ce lo dà come… classista e rivoluzionario. Sappiamo che Rimanelli, nella sua risposta al fatto di essere stato emarginato dal consesso pubblico, preferisca eccedere nei suoi pareri piuttosto che tenersi coperto, ma dare a Iovine del classista rivoluzionario mi sembra una sfacciata esagerazione.
Di ben altro parere è Barberi Squarotti che invece dà allo scrittore la parvenza di realista sociale… proprio nel momento di estrema determinazione e costrizione realista in Italia. (…) Iovine è scrittore troppo acuto per accettare tutto l’aspetto riduttivo che è nella formula realista: nel romanzo c’è sì, al centro, il problema dei contadini meridionali, della loro lotta per la conquista della terra, ma la prospettiva, come già in Signora Ava, è storica, la vicenda si svolge negli anni del primo dopoguerra, mentre sta sorgendo il fascismo, ed è rappresentata interamente dalla parte del giovane figlio di contadini che viene fatto studiare da una ricca famiglia del paese e acquista così coscienza della lotta sociale.
Luca Marano, il protagonista del libro, il giovane figlio di contadini, come appunto lo qualifica Squarotti, per quanto politicamente impegnato, è lungi dall’essere marxista, ovvero, è lungi dall’avere una preparazione politica in grado di gestire le popolazioni che a lui si sono rivolte perché in grado di risolvere problemi. Siamo di fronte ad un uomo che mette in gioco la sua vita, ma che è lungi dall’avere legami con i processi più rivoluzionari della Storia.
Luca Marano è così: - Io? Non ho concluso niente. In questo porco paese non si ha nulla da fare, e non si ha un minuto di tempo. E poi, - aggiunse, - mi sai dire a che serve? Quando penso che dopo la laurea dovrò stabilire se la barba fatta alle due di notte sia o no ben fatta secondo una norma generale di diritto, mi viene la voglia di spararmi.
Le terre del Sacramento è anzitutto una lotta dei poveri contro una borghesia a volte rinunciataria, ma a volte determinata al massacro. Luca Marano sarà vittima di questo massacro.
Se volete potete chiamarlo libro marxista.



Il testo da noi considerato è:

Francesco Iovine
Le terre del Sacramento
Einaudi





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