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Il Paradiso degli Orchi
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Racconti

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Ersilia Anna Tomoe

Andrea

Andrea si scaraventò con furia fuori dall'auto, affogando tra i detriti umani, calpestando la sabbia fangosa e la polvere dei ricordi ormai lontani.
Si tuffò nel buio di una notte estiva qualunque, con la testa immersa nel mare grigio, come il suo vomito.
Lei non aveva mai notato, in tutto quel tempo che lo conosceva, una tale por-tata di energia. Era come se fuggisse da qualcosa, da una fine tanto anonima quanto imminente. La sua.

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Silvia Corti

Polvere

Edo si era portato via il suo vecchio cuore. Il suo Edo: quarant'anni di vita insieme, un matrimonio, una casa, tre splendidi figli, tante lacrime e tante risate. Le foglie d'autunno cadevano lente sul giardino trascurato, come le lacrime lungo le rughe del viso, senza emettere alcun rumore. Ogni ruga era un ricordo con Edo. Tutto avevano condiviso, fino a dimenticarsi chi erano prima, come i loro cuori semplici potevano aver battuto prima di conoscere l'altro, tanti anni addietro.

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Giorgia Meriggi

In paradiso - Lovesong

Si conoscono da cinque minuti, piacere, Emma, piacere, Fausto, ma sanno già che faranno l'amore. È il 9 novembre 1989, "una notte storica per i berlinesi e per il mondo intero. Cinquantamila persone hanno varcato da est verso ovest accolti dall'abbraccio fraterno di una città in festa ....Un fiume di folla in festa passa, i berlinesi dell'Ovest applaudono, tanti giovani, giovanissimi in festa che dell'Occidente, della libertà, sapevano solo quello che gli avevano raccontato i loro genitori.

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Pier Luigi Morelli

Efferato delitto oggi in cronaca.

Si tolse gli occhiali, posò il giornale sgualcito e guardò verso il bancone del bar. Il proprietario gli volgeva le spalle e stava ordinando bottiglie sopra le mensole. Il ragazzo era sulla soglia del bagno a terminare le pulizie con la varechina. Se ne sentiva l'odore. Nessun altro in giro.
Veloce egli afferrò una manciata di tovagliolini di carta dal tavolo e si asciugò gli occhi e poi si soffiò il naso. Dette un colpo di tosse e sputò un grumo di saliva in un nuovo quadrato di carta.

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Enzo Fileno Carabba

Shining

Avevo i miei privilegi.
Credo di essere stato il primo bambino italiano a conoscere la storia di Shining, il romanzo dell'orrore di Stephen King da cui Kubrick ha tratto il film con Jack Nicholson. I miei genitori, che spesso hanno di queste intuizioni, comprarono il libro quando ancora King non era nessuno. La traduzione italiana aveva per titolo Una splendida festa di morte e in copertina c'era un bambino con una camicia da notte e una faccia verdognola, poco sana, bisogna dire: più che spaventato sembra reduce da un'intossicazione alimentare.

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Stefano Lodi

LatRin America

Pedro inspira a piene narici e si sente nuovamente Dio. Il carcere, l'aeroporto, i cani, gli ovuli, il senso di vomito, i ricordi tutti si affievoliscono. Nitida è la sensazione del metallo nella mano. Spara ed il cranio di Martinez salta. Uno schizzo di sangue vicino allo stivale. Una macchia insignificante, per chi in questo momento è Dio.
Lo vedo tirare un calcio al costato del cadavere ed allontanarsi tranquillo, onnipotente. I problemi odierni sono risolti, può rilassarsi. Bere. Scherzare con i compagni.

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Eva Ricciuti

Cinque giri

Seppure si concentrasse per riportare alla memoria le sensazioni di quegli attimi di ebbrezza dell'ultima ora di libertà delle sue intollerabili giornate, non ricordava nulla di lei se non il colore degli occhi: grigi. E la linea un po' triste dello sguardo che strideva con la piega decisa delle labbra sottili.
Erano pochi istanti ad ogni giro, ed inevitabilmente la pelle iniziava a bruciare nonostante il brivido che, gelido, risaliva la schiena fino alla nuca e ancora più su e poi dentro, fino a inibirgli i pensieri,

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Francesco Maimone

Un grosso e stupido cane bianco

Tutte le mattine passo davanti al negozio di fiori che c'è all'angolo. E tutte le mattine, comodamente sdraiato davanti alla porta del negozio, c'è questo grosso e stupido cane bianco. Non abbaia, non si alza, non fa un cazzo.
Se ne sta lì a fissarmi con due occhietti senza vita, con la lingua a penzoloni e la bava che finisce sull'asfalto.
Tutte le mattine, da quattro fottuti anni, e mai un accenno di movimento.

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Gino Bianchi

L'imputato

Di motivi per giustificarsi ne avrebbe avuti a centinaia, e tutti indiscutibilmente validi. Ne aveva fatta una lista durante gli anni, una lista che cresceva di giorno in giorno, che aggiornava di continuo e che teneva sempre in tasca, piegata più volte perché ormai si era fatta ingombrante, scritta in una grafia minuta, con le parole scarabocchiate in ogni angolo e in ogni direzione, raggruppate per temi, anni, vocali o consonanti d'inizio. Ognuna di quelle parole avrebbe potuto azzittire gli accusatori per la logica soggiacente, per la forza delle ragioni, per l'incoerenza che denunciavano.

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Felix Siriano

Trimalcione è risorto.

L'affusolata folla che digrignava i dentacci al banchetto del Grande Capo era tornita di occhiacci come blatte e orecchie molto grandi...
E in un continuo ronzio di parole striscianti cigolava discorsi, risa e gran baccano...
Nelle vicinanze del capotavola v'erano 3 - 4 teste liscie e levigate che parlavano di leggi da fare per favorire o contrastare quel qualcosa o quel qualcuno... poi dei baffi molto lunghi taglianti longitudinalmente la tavola smozzicavano di uno yatch all'Isola d'Elba e di tasse evase con metodi alquanti spassosi...

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