Racconti
La sentenza del ladro di melanzane (traduzione dal cinese di Lavinia Benedetti)
Il giudice Guo era uscito in perlustrazione e stava andando verso Yangzhou (1), attraverso la foresta di Wu. In quel momento vide due fruttivendoli che si stavano azzuffando per strada.
Il giudice ordinò che li portassero al suo cospetto, quindi chiese loro: "Voi due, qual è il motivo del vostro litigio?" Uno dei due rispose: "Questa insignificante persona si chiama Wan Chun. Sono di fuori città, coltivo verdure per mantenermi.
Il ragnetto
Monologo per voce calda da recitare fuori scena.
Una stanza male illuminata, una sedia, un video.
Le immagini proiettate possono essere dei dettagli del monologo, lo sguardo panico di un uomo o un filo tagliato da una luce accecante. Si potrebbero aggiungere dei suoni legati all'acqua e all'umidità.
Tutto però come fosse un'istallazione artistica.
Il luogo ideale per questa rappresentazione è un sotterraneo puzzolente.
Storia di un uomo e della sua vite.
Una vita di vuoti, di bottiglia. Bevuta alla goccia o in interminabili sorsi. Dinamiche e brevi linee liquide lasciavano lo stretto collo del fiasco per cascare nel calice ampolloso e assumere nuova forma nel piano cartesiano della stanza. Adagiato sul letto del bicchiere, ormai mezzo pieno, il bianco Greco si quietava, goccia dopo goccia, a formare una cupola rovesciata, calma.
Una stilla lacrimosa scivolava sul dorso del fiasco, rapida sino alla curvatura che ingrassa la pancia, e poi lenta sino a perdersi tra le zigrinature del legno del tavolo. Così una lacrima si faceva spazio tra i peli della barba di Romeo, perdendosi nel sottobosco fisionomico.
Brucia nella foresta
"Signori, osservatela! Utilizzate i vostri occhiacci una volta tanto.
È graziosa. Si prodiga per dare aiuto a tutte le creature di nostro Signore. Passa giornate intere a parlare con le acque dei fiumi, con i bacherozzi, con gli uccelli. Aiuta gli ortaggi a salire sui carri per raggiungere orti migliori.
Il giorno dell'incidente, Sara Lò, aveva lavorato nell'orto per ore, aveva ormai le chiappette tutte sudate. Rimaneva una sola zucca da issare sul carro, la zucca più grassa della contea..." Disse l'avvocato difensore della Lò.
Monologo notturno
Purtroppo c'è bisogno di chiarire le cose, non ne ho nessuna voglia ma
qui nel regno della ragione hanno stabilito le regole
E prima di infrangerle clamorosamente
Diciamo che questo è un monologo
O un dialogo
O un "trialogo"
Come volete, tutto ciò avviene dentro di me
L'esorcista
Prima assoluta in Italia dello scrittore australiano Tom Cho. Candidato al "Age Book of the Year", al premio "New Writing Award" di Melbourne per il 2009 e al premio "Commonwealth Writers" per il miglior libro nella regione dell'Asia del sud est e nella zona del Pacifico per il 2010, lo presentiamo ai nostri lettori grazie alla traduzione di Elena Carletti.
Underdogs n.21
Chi nitrisce di questi tempi? Chi osa ragionare? Non abbassate il volume della radio; restate sintonizzati con Pee Dee, qui radio Londra! Che Dio porti via i regnanti e la corte dei gabibbi, i carrozzoni dei governativi, mentre i Vanilla Fudge si sgolano da queste frequenze: I neeeeed Loooooveeee! Una volta dirimpetto c'erano i vicini con le finestre aperte contenti che andasse in onda la trasmissione, ora c'è un tizio che spia e si occupa delle Vite degli Altri. Che palle, quando la democrazia finisce in mano ai cretini! Che schifo, vivere in nome delle tirannie e dei culti!
Eterno eternit
Ho trent'anni... non ne ricordo uno in cui non abbia avuto riguardi nei confronti... ecco... dalla finestra, di casa mia scorrono or impazzite, or savie, autovetture e uomini e donne e uomini e donne e cani e vecchi e giovani e bimbi e cartacce e merda ed è sempre la stessa cosa da... da quando sono nato non ricordo un momento in cui non abbia avuto riguardo nei confronti dei vicini, ho sempre avuto rispetto e sia chiaro, anche quando erano dei grandissimi rompiscatole oh... a ricordare la posizione esatta dei libri sulla mensola... eppure mi sono allenato... il pennarello per Dio... è andato via il segno... e dove? Dico dove?
Nowhere Man
Avanzavo a fatica fra le bancarelle della piazza sferzata dal vento gelido di dicembre. Ogni due metri qualche bruscolo di neve mi pizzicava la fronte e gli occhi mentre cercavo inutilmente di ripararmi con il bavero del cappotto ben stretto. Alcuni manichini drappeggiati in abiti vittoriani oscillavano leggiadri nell'aria inquieta, altri in giacca e alamari esibivano un contegno formale e parevano quasi disprezzare i compagni più vanitosi.
Anonymous
Sono un uomo finito in un cul de sac. La libertà da cui dipendo e gli altri da cui dovrei dipendere, sono stati sommersi dall'inabbordabile senso del finito. Sono terminati i programmi tv, le lettere, le conversazioni. Non esco, non vado a passeggio, non mi compro il latte, il pane, il giornale. Non vado a mangiar fuori. Le donne diventate sottane consunte, risultano essere un miraggio noioso e doloroso. L'estate scorsa ero un altro uomo. Poi è cambiato il mio stato. Perché piango?
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